Guai a crearsi eccessive illusioni, ma per la prima volta il sistema Arezzo produce qualcosa di veramente concreto sul versante della viabilità. D’altra parte non c’è tempo da perdere: il territorio è in crisi, l’economia perde pezzi ed è dalle infrastrutture (e dal loro impatto sul Pil provinciale) che può arrivare l’àncora di salvataggio. Il gruppo di lavoro guidato da Giovanni Cardinali (staff bipartisan per la presenza del sindaco di Pieve Albano Bragagni) ha presentato, conti alla mano, l’ipotesi di completamento della Due Mari per il solo tratto toscano. Ottocento milioni circa la cifra da tirar fuori con un project, ma stavolta al partner privato vengono prospettati incassi se non certi quantomeno raggiungibili.

Il partner privato, insomma, non si infilerebbe alla cieca in un tunnel, ma in tempi ragionevoli potrebbe ammortizzare l’investimento fatto. Quanto ai percorsi, si vedrà. Resta dunque la novità di una proposta articolata, basata sui numeri e non sui discorsi. Un punto di partenza importante ma che ha adesso bisogno di un supporto politico e istituzionale fortissimo. E’ in grado la città, che di peso ne ha poco, di fare massa fino al raggiungimento dell’obiettivo? Forse sì, ma se tutti concorreranno a ogni livello, in parlamento come in Regione, senza distinzioni di maggioranza e di opposizione. Ha ragione Bragagni: «L’interesse del territorio — ha detto — non ha colore politico».