Parole come superprovincia o area vasta possono sembrare per il lettore ordinario, il cittadino comune, parole vuote, termini che interessano solo i politici e i loro bizantinismi dei quali è bene disinteressarsi, come si fa dei rompicapo. Eppure siamo di fronte a concetti che sono già oggi, sia pure parzialmente, una realtà concreta, di tutti i giorni. Facciamo l’università (o la fanno i nostri figli) a Siena, ci curiamo (o si curano i nostri cari) a Perugia, i nostri affari dipendono anche da banche senesi, andiamo al mare in Maremma, sul Tirreno, o nel pesarese, sull’Adriatico. A guardarle bene, insomma, le parole sono assai meno vaghe di quanto possa sembrare.

E se l'idea della superprovincia, che comporterebbe probabilmente un supercapoluogo, suscita le perplessità illustrate nelle pagine a fianco da Vasai e Fanfani, assai meno astruso sarebbe il progetto di una maggiore integrazione fra Arezzo e i capoluoghi che le sono più vicini, Siena da un lato, Perugia dall’altro. Grosseto, da questo punto di vista, è assai più distante, quasi un altro mondo, quello della costa così lontano per noi aretini che siamo i toscani più terragni.

Ma una grande città lineare che si sviluppa dalla Pieve alla Torre del Mangia e a Corso Vannucci in qualche modo esiste già. Probabilmente è anche un concetto utile a tutti se si riesce a trarne le opportune sinergie. Arezzo, ad esempio, potrebbe metterci la sua vocazione di realtà manifatturiera, la seconda della Toscana dopo Firenze. Siena potrebbe contribuire con la finanza, cui la chiama la sua specificità di capoluogo bancario, gli stessi senesi e Perugia con l’università e la sanità, in cui entrambe le città vantano eccellenze nazionali, mentre noi siamo un pochino più indietro, anche se il Pionta è una buona facoltà e il San Donato un buon ospedale.

E’ ovvio che siamo solo ai prodromi di un progetto tutto da sviluppare, se non altro perchè siamo di fronte a tre città assai mal collegate tra di loro, sia per via stradale che per ferrovia. Ci vuole quasi più tempo ad arrivare da qui in piazza del Campo o in piazza Maggiore che non a Roma con l’Autosole. Ma pensarci non è un peccato. C’è Mi-To, ossia Milano-Torino, perchè non ipotizzare Ar-Si-Pe, ovvero Arezzo-Siena-Perugia?