Arezzo, 24 maggio 2011 - Giochi quasi fatti nella corsa a tre per il posto di vicesindaco. Stefano Gasperini, il vice di Fanfani uscente, sebra essere il favorito.

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Le vicende di ieri

Quanto a Marco Donati, il terzo dei potenziali aspiranti, la sua è una candidatura meno forte, anzi potrebbe essere lui stesso a tirarsi fuori fin da stasera, quando si svolgerà l'assemblea comunale del partito democratico.

Il segretario comunale, che è stato un po' il regista del brillante risultato ottenuto dalla lista del Pd (un dato vicino al 40 per cento, il massimo storico, e una marea di preferenze riportate dai candidati), è giovane e sa che avrà altre occasioni per mettersi in luce, senza bruciare le sue carte in una battaglia che probabilmente lo vedrebbe comunque perdente. Meglio saltare un turno e pensare piuttosto a una delega forte in giunta, nella quale entrerà sicuramente come assessore.

Per lui è sempre valido lo scenario del bilancio, che negli ultimi mesi della passata legislatura, dopo il caso Marconi che aveva portato all'estromissione dell'ex braccio forte del sindaco, nonchè titolare di settori pesanti come le finanze e la sicurezza, era toccato all'esterno, Luigi Polli. Ma a parte che adesso Polli è passato al Coingas (e ne è nata una forte polemica pre-elettorale), è impensabile che una squadra nuova di zecca non abbia un assessore al bilancio forte e con pienezza di poteri. Donati non è un tecnico e tuttavia Fanfani potrebbe affidarsi proprio a lui.

Per quanto riguarda invece il vicesindaco, nel Pd che si riunisce stasera esistono due scuole di pensiero. La prima è quella degli ex Ds, che ritengono di aver diritto, come componente forte del partito, a un incarico pesante. Per Gasperini appunto. L'altra vorrebbe invece che si desse la precedenza al più votati e in questo caso ovviamente toccherebbe a Banchetti.

L'impressione è che alla fine la spunterà Gasperini, con il collega compensato da qualche delega pesante, in aggiunta a quelle già robuste per il traffico e l'ambiente. A proposito di incarico. Restano sicurissime anche le posizioni di Lucia De Robertis, che conserverà il sociale e di Franco Dringoli, che sarà l'unico rappresentante della Federazione della Sinistra con quella che forse è la delega più pesante di tutte, ovvero i lavori pubblici.

Gli altri partiti della coalizione restano ancora incartati. Sel vorrebbe l'eletto Marco Tulli o Marco Paolucci che non ce l'ha fatta, ma Fanfani non vuol sentire parlare nè dell'uno nè dell'altro. Si continua a parlare di donne e riaffiora quello di Giulia Grilli.

L'IdV, infine. Il nome che il partito ufficialmente propone è quello di Roberto Barone, ma si tratta di un'ipotesi che al sindaco non piace affatto. Alla fine i dipietristi potrebbero convergere sull'ipotesi di Sandra Rogialli, di cui si parla fin dal giorno dopo il voto.