Polifonico, finale tra le lacrime: piangono di gioia i vincitori ungheresi, piangono gli sconfitti piegati per un punto

Delusione per i giapponesi: il Gran Premio va a Debrecen. Ora il salto nel buio (sul piano delle risorse) del 2016

Il coro vincitore in lacrime

Il coro vincitore in lacrime

Arezzo, 30 agosto 2015 - Finisce in lacrime. Le lacrime di gioia del coro che vince, le lacrime di amarezza del coro che ha perso per un solo punto. Piangono tutti nel finale del Polifonico, rischiando di ricreare in Pieve l'effetto "acqua alta".

Vince il coro ungherese «Lautitia Mixed Youth Choir» per una lunghezza sui favoriti giapponesi di Tsu City: il Gran Premio «Città di Arezzo» vola così a Debrecen e porterà il Maestro József Nemes con i suoi coristi a Varna in Bulgaria dove l’anno prossimo, per rotazione, si svolgerà il Gran Premio Europeo di Canto Corale.

Giapponesi e Filippini restano la rivelazione di questo Polifonico, per sostanza dello «strumento» e giusta commistione di rigore e fantasia, nonché per la padronanza di tutto il repertorio. I Filippini avevano convinto anche il pubblico che li ha laureati vincitori, venerdì sera, nel Popolare con un ampio margine sui Giapponesi.

Poi la giuria, in zona Cesarini, spariglia le carte e decide di ammettere al Gran Premio altri due cori di seconda scelta, gli ungheresi di Debrecen e gli spagnoli di Oñati. E gli ungheresi si presentano  decisi e grintosi. E vincono.

 Si chiude così un Polifonico di transizione che ha mantenuto la qualità artistica e la ricchezza della cornice. L’anno prossimo tornerà alla sua sede naturale, il Teatro Petrarca, come ha ribadito il sindaco Ghinelli nella cerimonia conclusiva di ieri a Palazzo Cavallo.