Pastorelli, il Riesame respinge la richiesta di arresto: svolta per la maxi-truffa dell'argento

Secondo i giudici non c'è rischio di reiterazione del reato da parte dell'ex amministratore delegato di Oro Italia Trading

Luca Fanfani

Luca Fanfani

Arezzo, 31 luglio 2015 - Plinio Pastorelli, ex amministratore delegato di Oro Italia Trading, il gigante dell'oro controllato da Banca Etruria, non dovrà andare in carcere. Il Tribunale del Riesame ha infatti respinto il ricorso del Pm Marco Dioni con cui si chiedeva in sostanza l'arresto del dirigente, coinvolto nell'inchiesta della Finanza in cui si ipotizza una maxi-truffa sull'Iva del trading di argento che ha già portato alle prime sentenze di condanna.

Pastorelli è invece ancora nella fase delle indagini preliminari, anche se pesantemente chiamato in causa da quelli che sono già stati condannati, secondo i quali era perfettamente consapevole del meccanismo truffaldino. Per lui, la cui posizione era inizialmente più defilata, tanto che non era stato interessato alla prima raffica di manette scattate in febbraio, il Pm aveva successivamente chiesto l'arresto al Gip. Ma il giudice Anna Maria Lo Prete aveva detto no: le dimissioni dalla carica, avvenute subito dopo lo scoppio del caso, impedivano secondo lei ogni rischio di reiterazione del reato.

Di qui il ricorso della procura al tribunale del Riesame: se Pastorelli è partecipe del meccanismo della truffa, la tesi, niente gli impedisce di ripeterlo con un'altra società, e le dimissioni non significano niente da questo punto di vista. Ma i giudici del Riesame, che ci hanno pensato sopra per più di una settimana, non la pensano allo stesso modo e avallano anzi lo scenario del Gip: le dimissioni sono sufficienti a impedire il rischio di reiterazione del reato, non c'è quindi bisogno di ulteriori misure cautelari.

Accolta in pieno dunque la linea difensiva dell'avvocato Luca Fanfani, che davanti al Riesame proprio sulla mancanza di rischio di reiterazione del reato aveva impostato la sua arringa. All'udienza si era presentato per la procura il Pm Dioni, protagonista dell'inchiesta che ha suscitato clamore nel mondo dell'oro aretino.