Padre Graziano resta ai domiciliari: respinta l'istanza di libertà

Depositato il verdetto della corte d'assise che dice no alla richiesta della difesa: rischio di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove

Padre Graziano

Padre Graziano

Arezzo, 2 maggio 2016 - Padre Graziano resta in carcere. La corte d'assise respinge l'istanza di libertà presentata dalla difesa e lo fa sì all'ultimo giorno utile, ma al primo disponibile dopo il ponte del primo maggio che corrisponde, ironia del caso, con il secondo anniversario della scomparsa di Guerrina Piscaglia, l'irrequieta casalinga di Ca' Raffaello che il frate più sospettato d'Italia è accusato di aver ucciso. Leggi l'ordinanza. Più sotto continua l'articolo.

 

L'ordinanza viene depositata di buon mattino e subito notificata alle parti, la procura, la difesa e le parti civili. Le motivazioni sono stringate ma chiare: il buon comportamento che Padre Graziano ha tenuto prima in carcere e poi ai domiciliari, nel convento romano dei premostratensi, era dovuto, non basta da solo a giustificare il ritorno in libertà

Contro il quale peraltro continuano a pesare almeno due dei presupposti previsti dalla legge: il rischio di reiterazione del reato, che cioè il frate possa uccidere ancora, e quello di inquinamento delle prove, in presenza, come spiegano i giudici, di un'accusa di occultamento del cadavere. Da libero, insomma, il sacerdote congolese potrebbe nascondere ancora il corpo della donna del cui omicidio è accusato.

E' un verdetto quello della corte d'assise che si adegua alle pronunce del tribunale del Riesame (è scemato il pericolo di fuga ma non appunto quelli di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove) che aveva concesso i domiciliari, e della cassazione, che aveva a sua volta annullato l'ordinanza del Riesame, disponendo un nuovo giudizio. Nel quale Padre Graziano rischia seriamente di tornare in carcere, perchè per la suprema corte lo scemare del pericolo di fuga non è adeguatamente motivato.

Venerdì si torna in aula. In programma la prosecuzione dell'esame del maresciallo Tommaso Surico, l'investigatore dei carabineri che ha condotto gran parte delle indagini e che adesso deve essere controinterrogato dalla difesa. Surico ha portato in aula tutti i principali temi d'accusa, dallo zio Francesco che pare non esistere, al marocchino di Gubbio col quale Guerrina non era scappata, nonostante quanto il marito Mirco dice che il frate gli avesse suggerito, e i 6 mila contatti telefonici fra Padre Graziano e la donna, comprese le chiamate dal telefono di lei dopo la scomparsa che agganciano le stesse celle del cellulare di lui.