Oltre mille all'addio a Comanducci: Cattedrale strapiena, l'emozione del figlio

Nascerà un centro di documentazione a suo nome per i video sulla storia di Arezzoi. I giganti del rally alla cerimonia. Rossi: "Il suo filmato al Petrarca" IL PERSONAGGIO SCOMPARSO: IL RICORDO

Il funerale di Comanducci

Il funerale di Comanducci

Arezzo, 1° agosto 2015 - Si sono dati appuntamento in oltre mille, forse ancora di più. Una massa di gente e di emozioni, che hanno dato alla Cattedrale il colpo d'occhio della Madonna del Conforto. Tutti per lui, Piero Comanducci, scomparso pochi giorni fa, piegato dalla più terribile delle malattie.

"Babbo, non ci abbandonare" esclama durante il saluto il figlio Marcello, assessore nella nuova giunta Ghinelli. Rievoca in un lungo intervento gli anni passati con il padre, ricorda gli aspetti più privati. "Se a mio figlio dicevano che Babbo Natale non sarebbe passato lui rispondeva tranquillo: tanto c'è nonno Piero".

Intorno una città. Buona parte della classe dirigente, quella di cui Piero è stato parte fino agli ultimi mesi di vita. Il mondo della politica, sindaco in testa, quello del commercio, guidato da Butali, che ha voluto essere in Duomo. Poi gli altri esponenti del mondo di Piero:gli albergatori, le categorie, i rallisti,i cui campioni si sono fatti sotto o con la loro presenza o con gesti  di grande effetto. Kankunnen, un mito dello sport, ha mandato una rosa rossa alla moglie di Piero e così il suo navigatore.

Emozione e impegni. "Aveva l'orgoglio di essere aretino: è la prima cosa che dobbiamo imparare da lui" esclama il Vescovo Fontana durante l'omelia. Mentre il sindaco si impegna alla fine della Messa a mettere su un centro di documentazione nel quale valorizzare i tanti video realizzati da Piero, in particolare sulle bellezze della città.

E sul feretro c'è la sua vita. Una foto che lo ritrae nella hall del Continentale, una macchinina gialla da rally e la sua telecamera. Spenta, per la prima volta. Mentre in fondo alla navata troneggia l'immagine più cara alla famiglia:  quella che La Nazione ha pubblicato nei giorni scorsi in prima pagina, lui che scivola da una scarpatina telecamera alla mano per fare delle riprese.

"Sognava di far vedere il suo video al Teatro Petrarca: costruiamo quella serata" ha chiesto l'amico Pierluigi Rossi, parlando al microfono insieme a tanti altri, alla fine della cerimonia. "Lui era ed è il mio migliore amico" esclama per sentirlo vicino.

"E' uscito dalla sua camera in punta di piedi" racconta Marcello, nel sintetizzare la morte di chi per una vita ha gestito il più importante degli alberghi aretini. Tra il crepitio degli applausi di una città che lo ha salutato fuori del Duomo, all'ultimo addio.