Occasione da non perdere

Un modo per rilanciare il centro storico che si sta svuotando e per attirare turismo

Il deposito degli Uffizi

Il deposito degli Uffizi

L’IDEA buona l’ha avuta Nogarin, sindaco a cinque stelle di Livorno, città per certi versi meravigliosa ma con un background culturale non da stella di prima classe. Dateci gli Uffizi 2 del mare ha chiesto Nogarin al nuovo direttore della casa madre fiorentina, ma le buone idee sono anche fatte per essere «rubate» da chi ha più titoli del proponente. E Arezzo questi titoli li ha. Questo giornale si batte da anni per creare la scintilla giusta, la scintilla capace di accendere piazza Grande, gioiello dimenticato per cinquanta settimane all’anno tranne le due in cui si prepara e si corre Giostra. E con piazza Grande per accendere l’intera città alta le cui pietre grondano di storia e di cultura ma che appartengono oggi, purtroppo, al bagaglio di pochi. L’idea, quella buona e giusta, non può che riguardare i due grandi edifici che adornano la piazza, il palazzo della Fraternita e il palazzo delle Logge, monumento vasariano che pare fatto apposta per ospitare parte dell’ingente deposito culturale giacente per mancanza di spazi negli scantinati dei vasariani Uffizi. Arezzo più di Livorno, sicuramente. Anche per il valore aggiunto del palazzo di Fraternita, a sua volta sede naturale per quegli Uffizi dell’oro di cui da tempo si parla di cui si è fatto alfiere il massmediologo Klaus Davi.

L’IDEA È BUONA, le condizioni ci sono tutte, il tempo non manca per lanciare in grande stile la candidatura di Arezzo. Insomma, l’occasione pare ghiotta anche per la nuova amministrazione guidata dal sindaco Alessandro Ghinelli, scelto dagli aretini per rilanciare la città, provata dagli anni della grande crisi. Ghinelli in campagna elettorale ha molto puntato sulla necessità di svegliare il dormiente turismo che nell’estate 2015, come nelle scorse estati, non ha regalato grandi soddisfazioni a uno dei centri storici più belli dell’intera Toscana. L’accoppiata Uffizi 2-Uffizi dell’oro coniugherebbe gli aspetti su cui il sindaco ha marciato forte costruendo la sua vittoria alle urne: turismo ed economia, cultura e oro, riqualificazione del centro storico, politica in movimento, alla ricerca continua di opportunità da sfruttare per Arezzo. Anche in modo spregiudicato, senza guardare in faccia a nessuno.

Questo chiediamo a Ghinelli e alla sua giunta: avete le carte in mano, mettetele sul tavolo come si deve. Andando all’attacco non in modo sconsiderato, ma dimostrando che questa città possiede davvero tutti i requisiti per vincere una battaglia che sarebbe di capitale importanza per il futuro. Nel segno di Giorgio Vasari, seguendo le orme del creatore delle Logge e degli Uffizi, è assolutamente nella logica mettere insieme i fili di una storia comune, senza trascurare l’altro corno del dilemma, ovvero l’oro da valorizzare nel palazzo di Fraternita, anch’esso arte e cultura e al contempo pure straordinario veicolo economico, potenziale motore per le nostre imprese che guardano al mercato globale. Di certo non è una sfida facile, si metteranno di mezzo altri concorrenti oltre a Livorno, ma è una sfida comunque da giocare. Giochiamola.

sergio rossi