Sergio Botti è morto per le conseguenze dell'aggressione: l'autopsia lascia pochi dubbi. Resta l'accusa di omicidio mentre si indaga per verificare se ci siano responsabilità da parte dell'ospedale

Era ricoverato in rianimazione da venti giorni e si chiamava Sergio Botti. L'aggressore, Lorenzo Alessandro, è alto due metri ed era sottoposto a trattamento sanitario volontario: ora è ristretto a Montelupo Fiorentino

La vittima: Sergio Botti

La vittima: Sergio Botti

Arezzo, 27 luglio 2014 - Ci sono responsabilità per il mancato controllo del degente psichiatrico che ha ucciso Sergio Botti? E’ questa la domanda più stringente che si pone all’indomani della morte del pensionato di Castiglion Fiorentino, avvenuta nel luogo che dovrebbe essere il più sicuro dal punto di vista della sicurezza: un ospedale. Botti, 84 anni, è stato aggredito di notte mentre stava dormendo da un omaccione alto quasi due metri e che pochi istanti prima aveva travolto di botte due infermieri. Sul corpo del pensionato è già stata effettuata l’autopsia dallo staff  dell’università di Siena, il riserbo è assoluto come sempre. Ma dai primi accertamenti emergerebbe, né c’era troppo da dubitarne, la correlazione tra la morte dell’anziano e l’aggressione subita il 9 luglio, pur se Botti era già mal ridotto e sarebbe bastato poco per peggiorarne irrimediabilmente il quadro clinico.  L'assalitore, il trentacinquenne Lorenzo Alessandro, è già a Montelupo,  l’indagine è affidata al pubblico ministero Iulia Maggiore. Ma le attenzioni del magistrato saranno puntate sul contesto generale in cui l’aggressione è avvenuta, se cioè ci siao responsabili diretti per la fuga incontrollata del soggetto. Il paziente era stato ricoverato nella struttura psichiatrica in seguito a una violenta lite familiare. Non si trattava però di un trattamento sanitario obbligatorio,ma di un trattamento volontario, con sedazioni programmate nell’arco della giornata. Lorenzo si era risvegliato all’una di notte e aveva chiesto agli infermieri di andare in bagno. E' uscito come una furia dal bagno e assalito i due infermieri a pugni e calci. Poi gli attimi del terrore: l’irruzione nei reparti e la scelta della prima cameretta a disposizione, quella dove ha avuto la sventura di trovarsi Sergio Botti che non non ha nemmeno avuto il tempo, forse, di accorgersi di quanto stava accadendo. Ieri i funerali nella chiesa di San Francesco a Castiglion Fiorentino. Con il capo di accusa passato a omicidio.

  Era in cura da tempo per problemi psichiatrici, anche se in passato non aveva mai avuto atteggiamenti così violenti. Sergio Botti era molto noto a Castiglion Fiorentino dove viveva con la famiglia. Il figlio Alessandro è un apprezzato ispettore di polizia e anche presidente di un circolo Acli.