Morto in ospedale a 55 anni: Stefano Mugnai chiede una verifica della Regione al San Donato. "E' un caso sul quale fare piena luce". Si era operato al ginocchio

Già eseguita l'autopsia, ora tutto è legato all'esito del referto dei periti per capire se ci siano stati errori o meno

Stefano Mugnai

Stefano Mugnai

Arezzo, 23 setembre 2014 - Un attento monitoraggio sugli eventi avversi nella Asl8 di Arezzo, un’inchiesta interna all’azienda sanitaria e verifiche da parte della Regione: sono queste le richieste che il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (FI) rivolge alla giunta regionale in un’interrogazione scattata dopo il decesso, nei giorni scorsi, di Romano Mannelli, 55 anni, paziente reduce da un intervento chirurgico al ginocchio presso l’ospedale San Donato di Arezzo. Mugnai è uno degli uomini forti di Forza Italia in Regione. Valdarnese, eletto ad Arezzo, è l'esponente di punta del centrodestra per le questioni sanitarie ed è anche uno dei possibili candidati alla carica di governatore nelle elezioni che si svolgeranno in primavera.

L’operazione, durata in tutto sette ore, si era resa necessaria a seguito dell’incidente in motorino che aveva visto protagonista il 55enne: «Durante la notte successiva all’intervento – ricostruisce Mugnai nel suo atto – il paziente sarebbe entrato in un particolare stato di agitazione in seguito al quale gli sarebbero stati somministrati dei farmaci sedativi. Verso le due del mattino, poi, avrebbe avuto una repentina crisi respiratoria con esito fatale».

Sul caso adesso è al lavoro la procura, e il pubblico ministero ha già disposto l’autopsia. Ma anche il sistema sanitario, Regione e Asl, devono fare piena luce sulla vicenda. Ed è proprio quanto chiede Mugnai.

Mannelli è morto nella notte di lunedì 15 in ospedale dopo un banale intervento chirurgico, un’operazione al ginocchio dopo un piccolo incidente. La famiglia dell'uomo, che viveva a Pratantico, ha presentato appuntoun esposto in procura. Il Pm di turno Julia Maggiore ha poi disposto l’apertura di un’inchiesta con tanto di autopsia e sequestro delle cartelle cliniche.  A questo punto come sempre in questi casi si aprono due possibili sviluppi. O qualcuno ha sbagliato, e quindi l'inchiesta andrà avanti, o siamo di fronte all’imponderabile che comunque qualunque tipo di intervento chirurgico porta con sè, e in questo caso tutto si fermerà. Determinante la relazione dei medici legali, che arriverà nel giro di qualche settimana. Per certo Romano Mannelli dopo una caduta dalla moto aveva dei problemi al ginocchio davanti ai quali è stata decisa la via operatoria. I problemi sarebbero subentrati dopo la fine dell'operazione e il ritorno in camera. Il paziente ha cominciato a peggiorare. I medici si sono impegnati a salvarlo ma dopo dieci ore è arrivata la morte. Un giallo, davanti al quale la famiglia ha deciso di rivolgersi in Procura. L’autopsia è già stata eseguita. Sulla vicenda interviene anche l’azienda sanitaria "che attende con grande interesse l’esito dell’esame autoptico disposto dalla Procura della Repubblica ed eseguito venerdì. Erano stati gli stessi sanitari di ortopedia a chiedere un riscontro diagnostico per accertare le cause della morte". La Usl entra anche nel merito dell'assistenza e delle cure fornite al paziente. "L’incidente stradale aveva provocato nell’uomo non una lesione semplice al ginocchio, ma una frattura molto complessa articolare del femore distale. L’intervento eseguito è di elevata complessità e criticità, ma i professionisti della nostra ortopedia sono ampiamente in grado di eseguirli e di fatto li eseguono costantemente. L’uomo dall’incidente era uscito politraumatizzato, con lesioni anche ad una vertebra cervicale. Lo stesso paziente, inoltre, oltre al politrauma presentava condizioni cliniche di difficile gestione. Tutti elementi dei quali si è tenuto conto nel programmare e poi eseguire l’intervento chirurgico al ginocchio. Mentre l’azienda porge le condoglianze alla famiglia, attende con fiducia l’esito dell’esame eseguito dai periti del Dipartimento di Medicina di Siena".