In campo con il lutto al braccio per la morte di Enrico Dori: ma la federazione dice no al rinvio della partita

Sul sito del Piandiscò un commosso ricordo del ventenne, di ruolo terzino . "Ogni club ti avrebbe voluto in difesa" SU LA NAZIONE DI OGGI

Enrico Dori

Enrico Dori

Arezzo, 30 ottobre 2014 - Uno schianto terribile con l'auto contro un albero. Così è morto Enrico Dori, 20 anni, mentre era alla guida della sua Volkswagen Polo. Mancavano pochi minuti alle 20 quando il giovane stava attraversando Pian di Rona nel comune di Reggello, da Incisa verso Matassino, all'altezza dello stabilimento Bitimec. Enrico, secondo la ricostruzione dei carabinieri, avrebbe perso il controllo della sua auto che sarebbe finita in una scarpata contro un albero, un impatto violentissimo. Avrebbe fatto tutto da solo Enrico, sull'asfalto nessun segno di frenata. Enrico Dori era anche un calciatore: e da qualche mese giocava nella squadra del Vaggio-Piandiscò. Una notizia che è rimbalzata fino ai suoi compagni di squadra, sconvolti dal dolore. Il ventenne lascia un vuoto incolmabile tra i suoi compagni di squadra dell’associazione Vaggio – Piandiscò. Era arrivato nel 2013 nelle fila della Juniores, in prestito dalla Resco Reggello, dove aveva mosso i primi passi fin dalla scuola calcio. All’inizio della stagione in corso, poi, c’era stato il gran salto alla formazione maggiore che milita in Seconda Categoria. Terzino roccioso, si era ritagliato venti minuti nel derby col Faella. « Lo conoscevo da poco tempo – commenta l’allenatore Sauro Mascagni – ma fin dal ritiro avevo capito che era un ragazzo tranquillo, educato e in gamba. Si metteva a disposizione della squadra e faceva gruppo. Aveva legato soprattutto con gli atleti della sua età. Quando martedì mattina alle 7 e mezzo mi ha telefonato il direttore sportivo per informarmi non potevo crederci » . La squadra si è ritrovata per l’allenamento, avevano chiesto di non giocare domenica a Castelluccio in segno di lutto. Il campionato, tuttavia, non si ferma. « La Federazione non ci ha concesso il rinvio – prosegue il presidente Carlo Fantoni – ma scenderemo in campo con la fascia nera al braccio e osserveremo un minuto di raccoglimento. Per la domenica successiva, in casa, nel suo stadio, organizzeremo una cerimonia per ricordarlo. Ma ai funerali andremo tutti, giocatori, staff e dirigenti » . Ieri l’autopsia. Il club ricorda il giovane sul sito ufficiale attraverso le parole del webmaster: “Ogni allenatore ti avrebbe voluto come difensore; ognuno di noi ti ha voluto come amico, ogni genitore ti avrebbe voluto come figlio. Eri un esempio per tutti. Ricordo il tuo volto avvilito quando ti è stata comminata una lunga squalifica per una frase ingiuriosa; per quanto fosse giusta, ci faceva sorridere il fatto che la punizione fosse toccata proprio a te, il migliore di tutti noi. Adesso il destino ci chiede di sopportare il dolore della tua assenza; verseremo le nostre lacrime ma ci rialzeremo”. 

Non è ancora chiara la dinamica dell'accaduto, quali le ragioni che hanno portato il giovane a perdere il controllo della sua Polo. A ritrovare il ragazzo sono stati i suoi amici, che non vedendolo tornare si erano mossi lungo il percorso che in genere faceva al ritorno dal lavoro.