Movida, sì del Comune alle deroghe sulla musica: ma è troppo tardi

Comanducci: "Voglio un centro vivo, troverò la quadra tra residenti e operatori". Costanti: "A questo punto non ci sono i tempi per l'estate, facciamo un piano preciso per il 2017".

Musica a San Francesco

Musica a San Francesco

Arezzo, 28 maggio 2016 - Tutti pazzi per la musica: meglio se in centro , d’estate, possibilmente dopo le 21. Ma a quell’ora calerà il coprifuoco. Perché i tempi per riaccendere di notte la movida non ci sono più. «Da parte mia sogno una città che di sera viva, di musica e di eventi». Marcello Comanducci, assessore a tante cose ma anche e soprattutto al turismo, lo dice da quando è eletto. E casca dalle nuvole. «Ho verificato, le richieste sono state fatte agli uffici e gli uffici non possono che ricordare i vincoli e i limiti che esistono»,.

Ma gli uffici non sono il braccio della politica? «Esatto: e rivendico il diritto, per me e per i miei colleghi, di prendere decisioni anche difficili come questa. Ma devono passare da me». Il quadro in sè è surreale ma chiaro: gli operatori passano agli sportelli, ricevono una griglia di vincoli quasi insormontabili e rinunciano. Al livello politico la scelta non arriva.Morale? Appunto: tutti pazzi per la musica ma registratore spento.

Comanducci, per far seguire i fatti alle parole, si è anche rivolto direttamente ai gestori dei Costanti, quelli che hanno posto il problema. Ma qui tutti hanno alzato bandiera bianca. «E’ impossibile di questo periodo: trovi complessi decenti il lunedì o il martedì, ma nel fine settimana no».

Unpo' come nei sogni di Troisi, se ti addormenti tardi devi accontentarti di quello che trovi. O andare muto. «E’ troppo tardi». Peccato che dalla resa a oggi il telefono di Marco Grotti non si sia mai spento. Da destra a sinistra tutti a bocca aperta: non per cantare (si sa, sopra un certo numero di decibel è vietato) ma per lo stupore. Dalla sinistra alla destra il problema resta quello: non c’è verso di fare musica nella piazza degli aperitivi. «In ogni caso voglio progetti, operatori che si presentino con un piano di serate e di proposte. E davanti a quelle sarò il primo a farmi in quattro per far convivere il diritto al riposo degli abitanti con quelli di una città turistica».

Un appuntamento? Ne ha tutto il sapore. E insieme forse anche un segnale ai dipendenti del Comune perché non sbarrino la strada a ogni iniziativa, se non altro consigliando di porre il problema agli assessori competenti. Intanto un’altra estate se ne va, stordita dalla melina: uno chiede, l’altro risponde, il terzo scopre la domanda solo quando il no è risuonato. Chiaro e forte: già, qui con i decibel siamo a posto?

di Marcello Comanducci