Locomotiva Arezzo: un quarto dell'export toscano parte da qui. Su l'oro, frena la pelletteria, vola l'abbigliamento

Il rapporto Monitor/Banca Intesa conferma i segnali di ripresa. La gioielleria aretina è il secondo distretto industriale della regione

Mabro (foto d'archivio Aprili)

Mabro (foto d'archivio Aprili)

Arezzo, 13 ottobre 2015 - E' ripartito il locomotore Arezzo. L’export aretino da solo vale un quarto del totale toscano. La conferma arriva dal rapporto Monitor-Banca Intesa sul secondo trimestre 2015, che mette nero su bianco quanto era già stato anticipato nei giorni scorsi sulla base dei primi numeri e anche sulla base di un altro osservatorio, quello di Camera di Commercio-Confindustria.

Ecco allorala ripresa dei gioielli, dopo il tonfo di inizio anno (il meno 14% diventa un più 7), ecco  la buona performance del settore moda, che dove più e dove meno continua la sua avanzata sui mercati mondiali (trascinato stavolta più dall’abbigliamento e dalle calzature che non dalla pelletteria), ecco la conferma di un’economia che vive ancora principalmente di esportazioni, col mercato interno ancora fermo al palo e i consumi che stentano a risalire.

Il distretto fiorentino della pelletteria, pesa ancora per circa un terzo in più del primo dei nostri, ossia l’oro: oltre 800 milioni contro poco più di 500. E però i gioielli aretini si confermano saldamente al secondo posto.

Se ripresa c’è (e tutto lascia pensare che cominci ad esserci) viene dalle imprese formichine, come quelle aretine, che si battono quotidianamente sui mercati mondiali per strappare fra mille difficoltà una quota in più. Ma torniamo ai numeri. 

Le esportazioni dei distretti industriali toscani mostrano una accelerazione registrando una crescita del 7,1% (pari a quasi 225 milioni di euro aggiuntivi), in linea con la media dei distretti italiani.  L’analisi evidenzia incrementi diffusi alla maggior parte delle realtà distrettuali che portano la regione a totalizzare 3,4 miliardi di euro Continua a svolgere un ruolo di traino il mercato degli Stati Uniti che registra un nuovo incremento (+23,7%) confermandosi come primo sbocco commerciale dei distretti tradizionali toscani. Da segnalare il rinnovato dinamismo del mercato europeo e, per quanto riguarda i mercati emergenti, da un lato la prosecuzione del trend di crescita del mercato di Hong Kong (+17,2%), dall’altro la stasi del mercato cinese e l’ulteriore contrazione della Russia (-25,7%) generata dalla svalutazione monetaria e dal crollo del prezzo del petrolio.

Torna a crescere l’export dell’Oreficeria di Arezzo (+7%), dopo un anno di forte contrazione delle vendite, maturata soprattutto negli Emirati Arabi Uniti, che avevano condizionato pesantemente l’andamento complessivo dei distretti toscani nell’ultimo anno. Spiccano in particolare i Vini del Chianti (+37,7%) e l’Olio di Lucca (+25%) che hanno beneficiato delle straordinarie performance registrate sul mercato degli Stati Uniti, il Cartario di Capannori (+24,7%) con una crescita a due cifre su tutte le principali mete europee, il Tessile e abbigliamento di Arezzo (+12,1%), con incrementi a doppia cifra sperimentati soprattutto in Francia, Hong Kong e Stati Uniti. Buoni risultati anche per la Pelletteria e calzature di Firenze (+8,1%), leader dell’export distrettuale toscano con 63 milioni di euro di esportazioni aggiuntive rispetto allo stesso periodo del 2014. 

Una performance del distretto aretino che la pone tra le aree più dinamiche del panorama distrettuale toscano con un andamento migliore rispetto a quello complessivo dei distretti del Sistema moda italiano che in questo trimestre hanno sperimentato una significativa accelerazione. Le esportazioni del distretto hanno beneficiato dell’incremento a due cifre dell’export su quasi tutti i principali sbocchi commerciali (in particolare Francia +30,6%, prima meta commerciale, Hong Kong 24,3%, Stati Uniti +12,1%, Regno Unito +17,4% e Germania +25,8%) che hanno controbilanciato i cali sperimentati in alcuni mercati emergenti tra cui Romania (-20%) e Cina (-9,5%). 

Subisce un fisiologico rallentamento la Pelletteria e calzature di Arezzo (+0,7%) dopo il boom di export registrato negli ultimi quattro anni, mentre è buono l’andamento delle esportazioni delle Calzature di Lamporecchio (+3,8%).

Perr verificare invece il quadro generale nel quale si innestano gli elementi aretini vediamo come stiano arretrando invece le Calzature di Lucca (-6,4%) e rimangono in territorio negativo l’Olio di Firenze (-4,3%) e il Florivivaistico di Pistoia (-0,7%). Anche nel secondo trimestre del 2015 si confermano le difficoltà per una importante realtà distrettuale, la Concia e calzature di S. Croce sull’Arno (-4,7%), che accusa cali di export su quasi tutti i principali sbocchi di riferimento e, in particolare, sul mercato europeo (Francia, Spagna, Germania). Il Sistema casa Made in Tuscany vede l’incremento del Marmo di Carrara (+9,6%) e i risultati positivi per i Mobili di Poggibonsi-Sinalunga (+3,9%) e della Ceramica di Sesto Fiorentino (+5,1%). Mantiene invece risultati negativi il distretto del Mobile di Quarrata (-6,1%), da tempo Segnali incoraggianti provengono dal mercato del lavoro: l’analisi evidenzia complessivamente nei primi otto mesi del 2015 una marcata riduzione delle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni, in particolare della componente straordinaria. “I distretti industriali toscani crescono con un buon andamento delle esportazioni in molti dei settori trainanti dell’economia toscana”, commenta Pierluigi Monceri, Direttore Generale di Banca CR Firenze. “Il recupero di alcuni distretti strategici testimonia inoltre la capacità delle filiere produttive regionali e dei distretti industriali toscani di lavorare bene sui mercati internazionali, aggiunge Monceri.  La nostra banca è a fianco delle aziende per supportarne spinta competitiva e continuità di crescita sui mercati internazionali”.