Caremani, appello per salvare Misericordia e Croce Bianca in ginocchio. "Un patrimonio insostituibile".

Una voragine la differenza tra le spese sostenute e le entrate. Enrico Desideri: "Se si fermassero, i danni per la sanità pubblica sarebbero pesantissimi". Alla Croce Bianca già cassa integrazione

Marcello Caremani alla conferenza dei sindaci

Marcello Caremani alla conferenza dei sindaci

Arezzo, 2 ottobre 2014 - "Misericordia, Croce Bianca e l’intero sistema delle pubbliche assistenze sono tasselli irrinunciabili del mosaico sanitario e sociale. Davvero difficile immaginare un sistema che possa fare a meno di loro. Penso alle emergenze, al 118 ma anche ai meno “visibili” ma altrettanto fondamentale servizi di trasporto sociale. Gli operatori rappresentano un vero e proprio patrimonio per la comunità locale: non solo in termini di professionalità ma anche di valori sociali ed etici che le pubbliche assistenze, in tutta la loro lunga storia, hanno sempre rappresentato.

Il mio invito alla Regione Toscana è quindi quello ad una forte riflessione sul futuro di questa componente del servizio sanitario affinchè si creino le condizioni per il proseguimento della sua attività al servizio dei cittadini".

L'assessore comunale Marcello Caremani scende in campo per difendere i giganti del soccorso. Loro, abituati a salvare chi è in pericolo di vita: ma chi salverà loro? Loro, le grandi cugine del soccorso, Misericordia e Croce Bianca, insieme alla Croce Rossa le protagoniste dell'emergenza E che sono in ginocchio.

I servizi che coprono hanno un costo nettamente superiore ai rimborsi che arrivano dalla Regione. Superiori e di parecchio. 204 mila euro contro 87 mila nel calcolo della Croce Bianca. Settantamila euro meno di quanto non entri secondo la Misericordia. Insomma cifre grosse. Cifre grosse. E che lasciano il segno. Alla Croce Bianca è già scattata la cassa integrazione da due mesi, nove ore in meno di lavoro. Alla Misericordia si comincia a parlare di una riduzione di orario. I bilanci chiudono in pareggio ma grazie alle donazioni e ai lasciti dei più generosi, che però hanno in genere altri obiettivi. La trattativa con la Regione prosegue ma è arenata  nei fatti. Il vicepresidente della commissione sanità Stefano Mugnai chiede al governatore Enrico Rossi di fare presto "o il sistema del soccorso salta". Dalla Usl il direttore generale Enrico Desideri conferma: "Se si fermassero le conseguenze sarebbero pesantissime per la sanità pubblica, in termini di quantità ma soprattutto di qualità del servizio".