Mercoledì 24 Aprile 2024

Martina, la Procura non archivia il caso: trovate tracce di Dna maschile ma impossibile risalire ai nomi

La Procura sta valutando se chiedere il rinvio a giudizio per i due giovani. Ora inizia l'esame anche sui vestiti della ragazza SU LA NAZIONE DI OGGI

Martina Rossi

Martina Rossi

Arezzo, 31 gennaio 2015 - Sarebbe stato impossibile trovare tracce riconducibilio a qualcuno. Fatalmente senza esito risolutivo l’esame del dna sulla salma di Martina Rossi, così come avevamo anticipato qualche giorno fa. Ma qualche traccia di dna sui poveri resti della ventenne genovese morta all’alba del 3 agosto 2011 cadendo dal sesto piano dell’hotel di Palma di Maiorca. Per quella morte, archiviata frettolosamente come suicidio in Spagna, il pm di Genova aveva riaperto l’inchiesta e indagato due ragazzi di Castiglion Fibocchi che avevano trascorso con Martina quella notte. Per competenza, la titolarità delle indagini è poi passata ad Arezzo dove il procuratore capo Roberto Rossi e la pm Iulia Maggiore avevano disposto la riesumazione della salma. Ora i periti passeranno all’esame degli abiti che Martina aveva in valigia. Gli esami dovevano stabilire se qualche traccia di dna fosse rimasta, in particolare sotto le unghie di Martina per un estremo tentativo di difesa, o anche se fossero individuabili eventuali di liquido seminale o quant’altro. Il tempoqualcosa ha lasciato: un profilo di dna femminile e vaghe tracce di dna maschile, non attriibuibili a qualcuno. La procura non si arrende e non archivia il caso. I pm stanno valutando se gli elementi siano sufficienti per chiedere il rinvio a giudizio per i due giovani aretini. Il sospetto che ha guidato la mano del pm è che i due ventenni abbiano cercato di stuprare Martina e che lei, per fuggire, sia precipitata. La vide cadere solo una cameriera che raccontò: si è buttata. Ma Martina era venuta giù a candela, se si fosse buttata avrebbe dovuto precipitare a parabola.