Grave lutto per La Nazione: è morto Mario D'Ascoli

E' stato piegato da una grave malattia. Domani in Cattedrale i funerali

Mario D'Ascoli

Mario D'Ascoli

Arezzo, 3 marzo 2015 - Era nato il 15 febbraio, il 15 febbraio del 1943 il giorno della Madonna del Conforto: e da sempre, nei suoi racconti, era un motivo d'orgoglio, quasi il simbolo della fede della mamma, che forse proprio per questo aveva scelto di chiamarlo Mario. Mario D'Ascoli è morto stamattina all'alba, piegato dopo anni da una di quelle malattie che purtroppo spesso non lasciano speranze. 

Era stato per anni prima redattore, poi vicecaposervizio e infine alla guida della nostra redazione di Arezzo: dal 1992 al 2006, quattordici anni, dodici anni di cronaca, di storie ma a questo punto soprattutto di ricordi che incrociano il livello professionale con quello umano.

Quattordici anni nei quali Mario aveva affiancato alla guida della redazione anche il ruolo di inviato nel grande calcio, dopo essere stato direttore per anni del giornale dell'Arezzo, il "Boato". Una passione vissuta al massimo ne La Nazione ma che da giovane lo aveva portato a collaborare anche a importanti testate settimanali, come il Guerin Sportivo. E una passione, rimasta intatta fino agli ultimi giorni, quando già segnato profondamente dalla malattia riusciva a seguire magari con uno sguardo le ultime vicende di un mondo che gli era carissimo.

Da appassionato di calcio era stato per anni anche opinionista di importanti trasmissioni televisive, proseguendo anche dopo la pensione la sua attività giornalistica in una nuova veste. La stessa con la quale aveva scritto anche dei libri, come "Un calcio nel cuore", insieme ad Enzo Bucchioni, sulla vicenda di Luciano Moggi.

Poi c'era il Mario forse più caro alla redazione: quello della goliardia, del lavoro serio misto ad un pizzico di divertimento, del legame profondo, in redazione e nella vita di tutti i giorni, con Beppe Aratoli, suo compagno di avventura in tante trasferte, e con gli amici di sempre, da Franco Roncolini al compianto Roberto Ralli.

Una passione, sia sul calcio che sul giornalismo, che aveva trasmesso al figlio Federico, nostro collega e al quale la redazione si stringe con affetto, così come all'altro figlio Lorenzo, alla moglie Rita e a tutta la sua famiglia. La camera ardente dal pomeriggio sarà dal pomeriggio alla Misericordia: i funerali saranno celebrati mercoledì alle 15 in Cattedrale, di fronte a quell'immagine della Madonna del Conforto che in fondo gli aveva dato il nome,