Dopo la guerra torna la serenità: ecco la foto storica in regalo domani con La Nazione

Una nuvola di vespisti di passaggio in viale Cittadini: l'immagine ci porterà nel 1955. Continua la nostra collezione Dopoguerra: Piazzetta Sopra i Ponti / Sotto le macerie della guerra / La decima foto storica; La nona foto; L'ottava foto; La settima foto; La sesta foto; La quinta foto; La quarta foto; La terza foto; La seconda foto; La prima carrellata; La seconda carrellata;La terza carrellata

I vespisti in  viale Cittadini

I vespisti in viale Cittadini

Arezzo, 29 maggio 2016 - La ricostruzione è ricominciata subito dopo la guerra, la serenità ha richiesto un po' più di tempo. Il passaggio dei vespisti in viale Cittadini, una delle immagini più belle della nostra collezione in regalo per i lettori, sarà una foto che ci porterà nel 1955. Da non perdere: domani in omaggio con La Nazione.

Sono poveri ma belli, per parafrasare il titolo di un film degli anni ’50, gli aretini che nel 1944 vivono fianco a fianco con le truppe Alleate che la foto ieri in regalo con La Nazione coglie in un locale pubblico improvvisato di piazzetta Sopra i Ponti. La città è distrutta dai bombardamenti e dalla guerra (che peraltro continua a nord della Linea Gotica) ma c’è tanta voglia di vivere, di ricominciare daccapo, di ricostruire, di ritrovare la normalità perduta prima col conflitto e poi con la guerra civile del biennio tragico 1943-44.

Il primo sindaco del dopoguerra è l’azionista Antonio Curina, cui succederà nel marzo 1946, con le prime libere elezioni del dopoguerra il socialista Enrico Grazi. E’ marzo, due mesi dopo, il 2 giugno, la provincia darà un’ampia maggioranza alla monarchia e manderà alla Costituente il suo politico più famoso di sempre, Amintore Fanfani.

L’eredità cui la classe dirigente si trova a far fronte è ben esemplificata dalla foto 1: le rovine sono quelle della zona di Colcitrone devastata dalle bombe, ma situazioni del genere si trovano un po’ dappertutto. Le incursioni aeree anglo-americane hanno distrutto anche l’antico quartiere di Santo Spirito.

Dopo 1

E’ l’occasione per un radicale restyling di quel pezzo di centro, così come per il diradamento delle aree meno igienicamente sicure della città antica. La foto 2 ci offre appunto una delle ultime immagini di un pezzo di città destinata a sparire nel giro di pochi anni: il vicolo della Piscina, che era situato dove ora è piazza Risorgimento.

Dopo 2

Il piccone colpirà inesorabile tra le casupole popolari al cui posto nasce un quartiere borghese. Ma Arezzo piano piano si rimette in piedi anche dal punto di vista economico.

Le aziende danneggiate tornano in piena attività (la foto 4 ci mostra la Sacfem nel 1951), nascono nuove iniziative, come le Fiere Aretine,

Dopo 4

di cui vediamo nella foto 3 l’inaugurazione dell’edizione 1947: a tagliare il nastro è un Fanfani giovane ma già in carriera, in quello stesso anno sarà ministro del lavoro con De Gasperi, che nei primi anni ’50 verrà ad Arezzo per inaugurate l’Inam di via Guadagnoli (ora è sede Usl).

Dopo 3

Ormai la ricostruzione è quasi compiuta, cresce anche il livello di istruzione: le scuole elementari (foto 5 del 1951) e anche le medie sono istituzioni di massa per i più giovani.

Dopo 5

Infine due immagini simbolo degli anni ’50: un Corso (foto 6) con negozi molto diversi da quelli attuali (siamo nella parte alta)

Dopo 6

e via Vittorio Veneto (foto 7) ancora tagliata in due dalla ferrovia con il passaggio a livello: ma si sta già pensando al sottopasso come è ora.

Dopo 7

di Salvatore Mannino