La giunta congela il Polo digitale: rischia di essere una scatola vuota

Il vicesindaco Gamurrini spiega i perchè dello stop sul progetto nell'ex mercato ortofrutticolo di Pescaiola / OPPOSIZIONE, E' POLEMICA CON RALLI E DRINGOLI

Il vicesindaco Gianfrancesco Gamurrini

Il vicesindaco Gianfrancesco Gamurrini

Arezzo, 2 settembre 2015 - DIETRO FRONT Polo Digitale. E’ il vicesindaco Gianfrancesco Gamurrini a porre la questione sull’opportunità di mettere la prima pietra di quella che dovrebbe essere la cittadella digitale alle porte della città e con esattezza laddove un tempo sorgeva il mercato ortofrutticolo. Il timore di Gamurrini è che il Polo possa trasformarsi in una «scatola vuota».

«Per il momento – spiega Gamurrini – abbiamo messo tutto in stand by, vogliamo capire l’interesse reale attorno a questa struttura». Un colpo di scena, dato che quella del Polo sembrava un’operazione già andata in porto. «Fino ad oggi sono state create scatole senza contenuto e noi non vogliamo più correre questo rischio», aggiunge Gamurrini. La conseguenza è ovviamente la perdita di un cofinanziamento regionale di quasi 2 milioni di euro. «Non ci vorremmo rinunciare, ma se il pericolo è quello di un buco, dato che il Comune deve metterci un milione, è meglio valutare bene tutto». Il segnale da Palazzo Cavallo è chiaro. «Nel giro di una ventina giorni prenderemo una decisione», spiega Gamurrini. Attorno all’idea del Polo è comunque nata in questi anni un’associazione che ha raccolto le adesioni per lo sviluppo del progetto.

SI TRATTA di un investimento complessivo di 3milioni e 450mila per la riqualificazione del cosiddetto lotto 1. In sintesi l’area è quella del capannone del mercato ortofrutticolo. Una somma importante. Come detto la regione parteciperà con un finanziamento di circa due milioni, 800mila euro dovrebbero essere ricavati dalla vendita al costruttore di un’altra area (il lotto 2) per dare vita a una struttura con lo stesso tipo di destinazione. Il resto dovrebbe essere invece messo dal comune attraverso un mutuo.

Il lotto 1 secondo quanto recita il progetto, «sarà un “luogo” di concentrazione e di servizio alle imprese aretine del settore informatico e digitale. Una struttura che fornisce servizi avanzati alle aziende, in termini di legami con il mondo della ricerca, assistenza al management e marketing, accesso al finanziamento per l’innovazione, partenariato e messa in rete, incubazione di nuove imprese».

Il lotto 2 è invece di pertinenza del privato, ma sempre a disposizione di aziende del settore innovazione. La gara non è ancora pubblica, alcuni anni fa ci fu una assegnazione, ma nel periodo tra quella provvisoria e quella definitiva saltò l’impresa che si era aggiudicata il bando. Quale che sia la decisione che verrà presa rimane comunque il problema legato alla presenza di una struttura ormai in avanzato stato di degrado.

Diego D'Ippolito