Arezzo, 5 ottobre 2015 - La Fiera ama l'ottobre. Funghi, castagne, focolare acceso? No, semmai il sapore di un mese che è sospeso tra l'estate e l'inverno. E spesso sorride all'Antiquaria.
La regola scatta anche stavolta: un buon afflusso, in barba alle paure che regnavano. Non da record, come era stato un anno fa quando le presenze complessive della due giorni avevano superato quota ventimila, ma comunque da edizione decisamente buona.
Buona più per l'indotto che per gli operatori, il volume di affari resta decisamente limitato. Ma comunque il colpo d'occhio regge. Regge un po' meno il percorso: perché aumentano i vuoti tra gli espositori.
C'è l'effetto Durc e delle imposte dure da pagare. Ma c'è anche la concorrenza di Parma: le due edizioni vanno in contemporanea e c'è una fascia di espositori che va si adi qua che di là. E in questi casi spesso sceglie Parma, i cui costi a edizione sono piuttosto alti e se paghi non puoi permetterti di rimanere a casa. Si avverte soprattutto in Piazza Grande, con un bel "buco" proprio al centro del mattonato.
Prezzi in picchiata, per tentare di muovere la classifica degli incassi. E di domenica per qualcuno scattano anche gli acquisti, sia pur con il freno tirato. Piove ma la Fiera resiste, tra un telo steso sui banchi e uno ritirato al ritorno del sole. La Fiera resiste anche alla pioggia. Però la festa si chiude prima del tempo: intorno alle 14 i furgoni irrompono in piazza e nelle frange della manifestazione, che si svuotano quando ancora l'evento dovrebbe continuare.