La "dieta" del Comune: è strage di partecipate. Addio Aisa e Coingas, fusioni a sorpresa

Il processo di aggregazione coinvolge Atam e Multiservizi, società che gestisce i cimiteri. Linee di indirizzo in giunta. Via dal polo universitario. I casi Afm e Arezzo Casa SU LA NAZIONE DI OGGI

Stefano Gasperini

Stefano Gasperini

Arezzo, 4 marzo 2015 - La legge di stabilità 2015 lo impone ma sono i comuni a dover mettere le mani sulle loro quote nelle società partecipate. Entro il 31 dicembre devono rispettare quanto prevede la legge. La logica è l’eliminazione delle società e delle partecipazioni non indispensabili a raggiungere finalità istituzionali. Della soppressione delle società composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti. Dell’eliminazione delle partecipazioni  in società che svolgono attività simili a quelle svolte da altre società partecipate o da enti pubblici.

Il documento di programmazione del Comune ha già definito le strategie. Partiamo dal polo universitario le cui quote rientrano tra quelle «non indispensabili al perseguimento delle proprie finalità istituzionali» e che quindi dovranno essere cessate o messe in liquidazione. C’è poi la questione Lfi. Spa che in quanto società a controllo pubblico congiunto con un numero di dipendenti inferiore a quello degli amministratori, deve essere soppresa.

«In subordine si valuterà la praticabilità di un conferimento della propria quota in altra società industriale, a partecipazione mista a maggioranza pubblica» Aisa spa? La sua natura è «meramente finanziaria» e dovranno essere messe in campo tutte le azioni necessarie per rientrare nei parametri della legge di stabilità. In sostanza: breve vita anche per Aisa come anche per Coingas spa, della quale il Comune detiene il 40,76% delle quote.

C’è poi la partecipazione di minoranza in AFM. La quota è piccola ma il servizio è di «interesse pubblico generale». Sono valutabili più ipotesi di razionalizzazione. In Arezzo Casa Spa il Comune detiene il 33,34%. Anche in questo caso come per Afm non si parla di smantellamento, ma di «razionalizzazione mediante operazioni straordinarie d’azienda» e di «riduzione dei costi degli apparati gestori e di controllo». In pratica per le due ultime partecipate il destino non è segnato.

Mentre si apre un probabile processo di aggregazione per Atam spa e Arezzo multiservizi.