Mercoledì 24 Aprile 2024

Caso Guerrina, il Pm ha interrogato il Vescovo. Dai primi allarmi pastorali all'incontro con Gratien dai Cappuccini

Riccardo Fontana è stato sentito dal Pm Dioni in Curia. "Siamo a disposizione degli inquirenti". Intanto Monsignor Dallara rimette ordine nella sua memoria. "Se avessi saputo quello che so oggi mi sarei comportato diversamente" / PARLA L'"AMICA" PERUGINA: SESSO COL RELIGIOSO / VIDEO / FOTO

Il Vescovo Riccardo Fontana

Il Vescovo Riccardo Fontana

Arezzo, 24 gennaio 2015 - Nuona svolta sul caso di Guerrina: l'Arcivescovo Riccardo Fontana è stato interrogato stamani dalla Procura come persona informata dai fatti. Si tratta di sommarie informative testimoniali, secondo un iter che era già stato previsto nei giorni scorsi: al centro cosa padre Gratien abbia raccontato al Vescovo e al Vicario a settembre durante un incontro avvenuto nel convento dei Cappuccini. Ecco la nota della Curia. "Nell’ambito delle indagini sulla scomparsa della signora Guerrina Piscaglia, questa mattina l’arcivescovo Riccardo Fontana è stato sentito dal magistrato inquirente come persona informata sui fatti. L’Arcivescovo ha riferito al magistrato tutto quanto in sua conoscenza e ha confermato la piena disponibilità della Chiesa diocesana alla collaborazione alle indagini e la fiducia nel lavoro degli inquirenti". In pratica il Vescovo non ha fatto altro che ripetere al magistrato quello che in fondo aveva già raccontato al nostro giornale tre giorni fa in una maxi-intervista in esclusiva. Quindi è partito dai segnali partiti da lontano, ma puramente legati al disagio pastorale dei fedeli, fino all'esplosione del caso e in particolare al colloquio che si è svolto il 13 settembre nel convento dei Cappuccini e al quale erano presenti con il Vescovo anche il vicario generale Giovacchino Dallara, l'avvocato Luca Fanfani e naturalmente padre Gratien. Un incontro nel quale il religioso aveva raccontato la vicenda dal suo punto di vista, compresa l'attenzione per la famiglia di Guerrina nata, sosteneva, dal bisogno di rimanere vicino al figlio, al quale insegnava a usare il computer proprio in canonica. E poi le fasi più calde a ridosso della scomparsa, compresa quella figura di zio Francesco della quale aveva fatto cenno anche al Vescovo come accompagnatore della donna nell'ultimo incontro diretto. E così la testimonianza del Vescovo diventa un modo per far entrare nelle carte questa strana figura, alla cui esistenza la Procura crede poco e per questo è una delle chiavi per dimostrare che quantomeno il religioso non dica la verità e quindi nasconda qualcosa. Anche se di questo e del resto Graziano ha smesso di parlare da quando è indagato, impedendo così agli inquirenti di "cristallizzare" questi elementi. Insomma sono questi gli aspetti al centro del colloquio tra Marco Dioni e il Vescovo, sullo sfondo degli affreschi del palazzo vescovile e di ambienti abituati ad un alktro tipo di incontri. Con loro c'era anche un carabiniere. L'interrogatorio (tecnicamente sommarie informazioni del possibile testimone) è stato verbalizzato ed è durato oltre un'ora.

«Volevo andare dai carabinieri ma lui mi ha detto di non farlo». Il dito puntato della catechista Giuseppina, sia pur sbucato dai verbali dei mesi scorsi, punta direttamente monsignor Giovacchino Dallara, il vicario generale della Diocesi. Che il giorno dopo la trasmissione corregge il tiro rispetto alla sua prima reazione. E lo fa con un'intervista a "La Nazione".

Monsignore, provi a ricordare, lei davvero consigliò la catechista di non fare nulla? «Si parla di maggio, forse di giugno, io non rammento esattamente cosa ci possiamo essere detti. Non ricordo nemmeno se con Giuseppina c’era stato un incontro o un colloquio telefonico». Ma la catechista le parlò di Guerrina... «In effetti, radunando i pensieri, focalizzo una conversazione nella quale Giuseppina mi disse di aver ricevuto un messaggio oltraggioso da Guerrina nel quale la si accusava di essere una bugiarda che non meritava più l’amicizia avuta fino ad allora. Grossomodo». (Ndr: è il famoso messaggio «Tu hai parlato male di un uomo di Dio, io sono in fuga con il mio amoroso»).  E i carabinieri? «Mi chiese se era il caso di denunciare quel messaggio». Lei disse di no... «Credo sia necessario contestualizzare. Non c’erano in quel momento allarmi sulla sorte di Guerrina e io risposi da uomo di chiesa. Vado per memorie, ma le dissi che le offese dovevano essere perdonate, che noi le questioni le risolviamo con la pazienza, con l’attesa, appunto con il perdono. E poi mi pareva che fosse un po’ troppo andare dai carabinieri per un sms». Si è pentito del modo in cui raccolse le sfogo della catechista? «Col senno di poi si può dire tutto, se avessi saputo quello che so oggi, è chiaro che mi sarei comportato diversamente». In trasmissione era saltato fuori l'ennesimo risvolto. Ne riprendiamo i fili? La catechista è preoccupata della scomparsa di Guerrina e si confida con don Arialdo, l'ex parroco di Ca' Raffaello. Gli dice che la donna era innamorata di Graziano ed era scomparsa da giorni. Lui va a parlare con lo stesso Graziano. E' il 9 maggio: il 10 alla donna arriva il famoso sms, quello spedito dal cellulare di Guerrina (ma chi lo aveva quel telefonino?) con il quale si dice delusa che lei parli male di un "uomo di Dio". La donna lo vive come una minaccia. Ed è a questo punto, secondo la ricostruzione dei verbali fatta in Tv, va a parlare con il vicario generale, monsignor Giovacchino Dallara. Anche per sapere, dice, se far avere ai carabinieri quell'sms. IL resto lo racconta sopra lo stesso don Giovacchino. Che dopo aver negato tutto ("Casco dalle nuvole. Non è vero che sia stato informato di questo sms partito dal telefono di Guerrina e mai e poi mai avrei consigliato di non farlo sapere ai carabinieri, ci mancherebbe altro: che motivi avrei avuto per farlo?"),rimette ordine nella sua memoria. E nelle sue dichiarazioni.