"L'interrogatorio di Graziano è inutilizzabile": affondo della difesa nell'istanza di scarcerazione

Le anticipazioni sull'atto, ancora non presentato ma pronto: e chiederà in prima battuta la revoca dell'ordinanza di custodio cautelare e poi gli arresti domiciliari

Padre Graziano

Padre Graziano

Arezzo, 2 ottobre 2015 - Se Padre Graziano sceglierà di andare ad una Corte d'Assise saranno cinque donne e cinque uomini a giudicarlo. Il presidente Silverio Tafuro, numero uno della sezione penale, al suo primo grande caso giudiziario dopo l’insediamento ad Arezzo, e il relatore Angela Avila, approdata in tribunale da Perugia. Più gli otto giudici popolari (ma due rimarranno di riserva) equamente distribuiti fra uomini e donne. Età variabile ma tendente verso la maturità.

 L’assise è stata sorteggiata mercoledì. Il resto dipende dal sacerdote congolese accusato dell’omicidio di Guerrina Piscaglia e dell’occultamento o distruzione del suo cadavere, e dall’avvocato che lo difende, il leccese Francesco Zacheo. Sta a loro decidere se per Padre Graziano è più conveniente affrontare l’assise o scegliere il paracadute del rito abbreviato. I tempi sono stretti: quindici giorni dalla notifica del rito immediato.

E l’istanza di scarcerazione? I tempi tecnici si sono allungati, sia per corredare l’istanza con le indagini dei consulenti della difesa, sia per la trafila delle notifiche. Zacheo dovrebbe essere ad Arezzo mercoledì. E forse sarà la volta buona. L’atto, tuttavia, è pronto e La Nazione è in grado di anticiparne alcuni dei contenuti.

Non sarà una semplice istanza di arresti domiciliari ma una vera e propria richiesta di revoca dell’ordinanza di custodia cautelare. I domiciliari sono in subordine rispetto all’ipotesi principali. E poi, sulla linea di quanto La Nazione aveva anticipato, la difesa chiede che il Gip dichiari inutilizzabile l’interrogatorio del 26 agosto, il solo al quale il frate abbia accettato di rispondere nel corso dell’ultimo anno. Davanti al Pm Marco Dioni, il frate aveva confermato quanto detto da testimone il 18 agosto e il 5 settembre 2014, dichiarazioni in precedenza inutilizzabili perchè rese prima di essere iscritto nel registro degli indagati.

Gli sms di Guerrina che si diceva incinta, il famoso messaggino del coniglio, i tentativi di Padre Graziano di portarla a Perugia a fare il test del Dna, l’ammissione di lui che si sentiva minacciato dalle possibili rivelazioni di lei. Insomma, quello che per la procura è il movente: la paura dello scandalo. Ma è tutto ancora inutilizzabile, dice adesso la difesa, ai sensi dell’articolo 63 del codice di procedura penale, e dunque è inutilizzabile anche il resto delle domande, che da lì partivano.