L'esodo dei prof, in quattrocento verso altre province

Hanno dato la disponibilità a insegnare fuori provincia inseguendo il sogno di una cattedra

scuola

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Arezzo, 2 settembre 2015 - Probabilmente, stamattina i circa 400 aspiranti prof aretini avranno trovato nella loro casella di posta elettronica la comunicazione con la quale il ministero offriva l’immissione in ruolo in un’altra provincia.

Altrettanto probabilmente circa 42 aspiranti professori nel resto d’ Italia avranno letto la comunicazione che li invita a prendere servizio ad Arezzo.

Il valzer, e il paradosso, delle cattedre sta tutto in questi numeri. Circa 222 insegnanti sono passati di ruolo ufficialmente lo scorso 27 agosto; agli altri precari della scuola, molti dei quali con alle spalle un’esperienza lunghissima fatta di supplenze conquistate anno dopo anno, è stata chiesta la disponibilità di spostarsi in altre province d’Italia e hanno risposto presente, appunto, in quattrocento. Insegnanti ormai stanchi di aspettare che arrivi il momento dell’assunzione e hanno deciso di tentare il tutto per tutto: spostarsi lontano da casa per realizzare il sogno di occupare una cattedra.

A tracciare il punto sulla situazione degli insegnanti è Maurizio Tacconi, fresco di nomina a segretario generale provinciale della Flc Cgil: «A seconda delle classi di concorso, ad Arezzo come in tutta Italia, si sono verificate due situazioni opposte. Per alcune classi c’erano troppi insegnanti in graduatoria rispetto ai ruoli disponibili e così gli altri, naturalmente su base volontaria, hanno fatto domanda per andare a insegnare altrove. Ovviamente, non tutti hanno scelto questa strada, c’è stato anche chi ha preferito restare a disposizione per le supplenze ad Arezzo piuttosto che andare fuori provincia. Quelli che hanno dato la loro adesione, invece, se stamattina avranno ricevuto la proposta di occupare una cattedra, dovranno dare una risposta entro l’11 settembre. Poi c’è stato il rovescio della medaglia: in altre classi di concorso non c’era personale sufficiente in graduatoria, perciò i ruoli rimasti sono tornati in capo al ministero e quindi oggi saranno chiamati anche coloro che, pur stando altrove, avevano dato la disponibilità a insegnare ad Arezzo; anche loro dovranno rispondere entro l’11 settembre». Le graduatorie con pochi insegnanti, fanno sapere sempre dalla Cgil, sono per la maggior parte quelle relative agli insegnanti tecnico pratici, i cosiddetti tecnici di laboratorio.

Ma le beghe nella scuola non finiscono con l’assegnazione dei ruoli. All’orizzonte ci sono anche i ricorsi portati avanti dai diplomati dell’istituto magistrale, quelli che hanno terminato gli studi entro il 2002, e che fino a ora sono stati sempre esclusi dalle graduatorie in quanto per il ministero non erano abilitati all’insegnamento. Recenti sentenze del Tar e del Consiglio di stato, però, hanno dato ragione agli aspiranti insegnanti: «Sono già stati consegnati 80 ricorsi al Tar del Lazio, la prima udienza ci sarà l’8 settembre – spiega ancora Tacconi – e sicuramente se ne aggiungeranno altri. In caso di vittoria, si aprirà uno scenario interessante e sarà indispensabile il confronto con il ministero. Ovviamente, chi è già di ruolo ormai è confermato». In ogni caso si preannunciano altri mesi bollenti.