Italia-Germania, la notte no di Conte l'aretino: dagli amaranto a don Alvaro ai rigori

Don Bardelli e Michele Catalani sono rimasti legatissimi all'allenatore della nazionale. "Ci siamo sentiti poco prima dei campionati"

Antonio Conte nell'Arezzo

Antonio Conte nell'Arezzo

Arezzo, 3 luglio 2016 - Non è bastato neanche lui. Lui, l'allenatore che "mangia" l'erba, sempre in campo, sempre in piedi. Non è bastato Conte l'aretino, il tecnico sbocciato da queste parti per diventare un passo alla volta tra i primi cinque al mondo. Ma anche i primi cinque ai rigori possono perdere le partite.

Riti scaramantici, grande attesa, due tifosi d'eccezione: nella notte di Italia-Germania, nella notte di Antonio Conte c'erano anche loro, l'ex addetto stampa dell'Arezzo Michele Catalani e don Alvaro Bardelli, il parroco del Duomo che tre anni fa ha sposato l'allenatore degli azzurri. "Sono andato a Torino apposta - ricorda Don Alvaro - ed è nata un'amicizia. Ci siamo mantenuti in contatto, anche adesso ci sentiamo e io sono uno di quelli che guarderà la partita e naturalmente tiferà Italia stasera. Faccio gli auguri all'allenatore azzurro così come in moltissimi fanno in questo momento".

 Un legame nato qui e sfociato in quelle nozze nel giugno 2013 con Elisabetta Muscarello a Torino. E già quando giunse all’Arezzo, Elisabetta era la compagna di Conte, poi quando se ne andò nacque Vittoria, la loro bambina. Nel 2013 al matrimonio erano presenti tra gli altri il presidente Agnelli, il dg Marotta, lo staff tecnico, Moggi e tanti altri personaggi. 

Tra gli amici aretini anche l'ex addetto stampa dell'Arezzo Michele Catalani. "Il più grosso augurio che posso fare ad Antonio è che continui così - aveva detto Michele Catalani - sono sicuro che non lascerà niente di intentato e che tutta la squadra non avrà rimpianti". Aveva ragione a metà: non ha lasciato niente di intentato ma la squadra di rimpianti ne porterà parecchi a lungo.

Antonio Conte ha qualche rito scaramantico? "Si ma non lo dico sennò finisce la scaramanzia. Ci siamo visti a Coverciano due giorni prima che partisse per la Francia e abbiamo chiacchierato a lungo" era stata l'ultima risposta. Idea: i riti scaramantici da ora in poi vanno cambiati. Almeno ai rigori.