Giovedì 18 Aprile 2024

Industria, è di nuovo allarme: la produzione torna a calare nel terzo trimestre anche se crescono i ricavi. Spiraglio lavoro

Soffrono le piccole e medie imprese, resistono quelle grandi. L'export tiene su il quadro. Segnali positivi dall'occupazione. Il ruolo dell'oro e della moda. I giudizi di Andrea Sereni e Andrea Fabianelli

Un operaio al lavoro (Afp)

Un operaio al lavoro (Afp)

Arezzo, 20 dicembre 2014 - Dopo la decisa accelerazione della produzione delle imprese manifatturiere con più di dieci addetti nei primi tre mesi del 2014 (+3,5%) e il rallentamento del secondo trimestre (+1%), il dato del periodo luglio-settembre evidenzia un nuovo ritorno in area negativa con una flessione di mezzo punto percentuale. Mentre nel secondo trimestre la variazione tendenziale del fatturato presenta lo stesso segno e addirittura un valore analogo alla produzione (+1,6%), nel terzo trimestre i due indicatori seguono trend diversi: i ricavi delle imprese infatti crescono del 2,3% nonostante la flessione produttiva osservata alla produzione. Una delle possibili origini di questo scostamento è da ricondurre ai risultati del settore dell'elettronica e apparecchiature elettriche che, ad una crescita produttiva dell'1,3%, affiancano un incremento delle vendite del 18,2%. Complessivamente è il mercato estero a sollevare l’indicatore (+3%), in particolare per la pelletteria-calzature (+14,5%), ma anche per l’elettronica (+8,2%) e la gioielleria (+3,4%). Viene confermata la marcata propensione delle imprese provinciali ad operare all'estero che si concretizza nella quota di fatturato realizzato sui mercati internazionali che tocca il 39% nel complesso delle imprese ed il 60% se si considerano le sole imprese esportatrici. L'indicatore degli ordini in portafoglio, dopo la flessione del secondo trimestre (-1,2%), torna complessivamente al segno “+” anche se in misura contenuta (+0,2%) soprattutto per le difficoltà del mercato interno, mentre quello estero si conferma particolarmente vivace (+7,8%). Spiccano in particolare i dati della pelletteria (+8,9%) e della meccanica e mezzi di trasporto (+2,2%) mentre gli altri comparti restano stabili (come la gioielleria) o in flessione. L'occupazione, dopo la sensibile battuta di arresto dello 0,9% del primo trimestre, nei due trimestri successivi recupera il terreno perso crescendo dello 0,3% nel secondo e dello 0,5% nel terzo.

A livello settoriale la flessione produttiva dell’ultimo trimestre è per lo più da imputare al tessile e abbigliamento che dopo il -8% della precedente rilevazione, si spinge adesso al -13%. Migliore il quadro degli altri comparti tra i quali continuano a spiccare in particolare i dati della pelletteria-calzature che in termini produttivi continua a crescere a due cifre (+15,4%). Brillante anche la performance della meccanica e dei mezzi di trasporto (+4,6%) mentre più contenuti i dati della gioielleria (+1,8%) e dell’elettronica (+1,3%). Scendendo nel dettaglio dimensionale le performance appaiono piuttosto diversificate: le piccole imprese continuano ad essere in difficoltà mentre le medie e grandi imprese riescono, nonostante il difficile periodo, ad aumentare i livelli produttivi. Le piccole imprese (da 10 a 49 addetti), dopo il -2,7% del secondo quarto dell’anno, arretrano nel terzo di un ulteriore -2,2% in termini produttivi abbassando anche i ricavi a -2,5%. L’occupazione continua a flettere dell’1,5%. Purtroppo anche i dati degli ordini non lasciano trapelare segnali positivi per la fine dell'anno: il terzo trimestre nonostante il recupero sul fronte estero (+1,5%) si chiude a -1,7%, peggiorando ulteriormente anche rispetto alla precedente indagine (-1%). Diversi i risultati per le medie imprese cioè quelle con un numero di addetti compreso tra i 50 e i 249. In termini produttivi queste crescono dello 0,6% dopo il +4% del secondo trimestre, mentre il dato sul fatturato è molto più positivo (+8,9%). Gli ordini, dopo una battuta di arresto nel secondo trimestre (-2,9%), riprendono prontamente vigore (+1,6%) grazie al contributo determinante dei mercati esteri (+22,6%) e tutto questo sembra comportare anche un miglioramento del quadro occupazionale (+3,9%). In ultimo le aziende più grandi quelle cioè da 250 addetti in su, che riportano una brillante crescita sia in termini produttivi (+3,5% la variazione % del terzo trimestre) che di ricavi (+2,9%). Cresce costantemente l'occupazione anche se non ai livelli delle medie imprese (+0,9% nel terzo trimestre dopo il +0,4% del secondo trimestre) e anche gli ordinativi lasciano ben sperare per la parte finale dell'anno: sono infatti cresciuti sensibilmente sia nel secondo trimestre (+4,2%) che nel terzo (+3,1%) ancora trainati dai mercati internazionali.

 Anche nel terzo trimestre la variazione del totale delle esportazioni manifatturiere assume segno negativo (-4,9%) ed anche in questo caso se si depura il dato complessivo dalle poste relative a metalli preziosi e gioielleria si passa da una flessione ad una crescita (+4,2%). Diversamente dal secondo trimestre, però, il valore dei flussi verso l'estero dei metalli preziosi aumentano rispetto allo stesso periodo del 2013 del 2,6% per cui è la gioielleria che contribuisce in modo determinante a rendere negativo il risultato complessivo. Il settore orafo presenta infatti una flessione del 24,3% che trova scarsa giustificazione nella variazione del prezzo dell'oro (-3,5% nelle quotazioni in euro). Per le altre tipologie merceologiche prevalgono segni positivi: uniche eccezioni, oltre alla gioielleria già citata, sono costituite dai prodotti chimici (-8,6%), dall'elettronica (-41,4%) e da autoveicoli, rimorchi ed altri mezzi di trasporto (-1,7%). Continua la crescita del settore della moda (+6,1%), anche se il ritmo è un po' meno brillante di quello del trimestre precedente: le performance più rilevanti sono quelle delle calzature che incrementano l'export del 26,9% e dei prodotti tessili (+25,2%). Più contenuti gli aumenti dell'abbigliamento (+4%) e della pelletteria (+2,2%). Positivo anche l'andamento del comparto alimentare che cresce del 4,8% mentre le bevande raggiungono il 12,8%. Crescono i prodotti in legno (+7,4%), quelli in carta (+13,5%), quelli in gomma e materie plastiche (+6,6%), quelli in metallo (+19,5%), le apparecchiature elettriche (+9,4%) ed i macchinari (+5%). Particolarmente significativo l’incremento dei mobili (+28,5%) che, dopo le pesanti flessioni dello scorso anno, recuperano gradualmente gli spazi di mercato persi anche a causa di difficili situazioni aziendali. Rilevante anche il dato degli altri prodotti della lavorazione dei minerali non metalliferi che crescono del 120,1%: il risultato ha origine nella categoria dei prodotti in calcestruzzo e, pur tenendo conto che il risultato può essere condizionato sia dai ridotti valori in gioco sia dalla possibile concentrazione nel periodo della fatturazione di rilevanti commesse, rappresenta una buona notizia per un settore pesantemente provato dalla crisi pluriennale dell'edilizia. “ Il quadro economico delineato dalla terza rilevazione trimestrale del 2014 – commenta il Presidente della Camera di Commercio di Arezzo Andrea Sereni- presenta, come ormai siamo abituati da diverso tempo, elementi incoraggianti che si alternano ad evidenti criticità. E' certamente negativo il dato relativo alla produzione che fa registrare una contrazione dopo sei trimestri consecutivi positivi. Più incoraggiante il dato relativo al fatturato manifatturiero e soprattutto quello relativo all'export. Flebili segnali provengono dall'occupazione che rimane comunque la principale emergenza del territorio e del nostro paese. Non è quindi ancora ripartita la crescita del nostro PIL che in questi sei lunghissimi anni di crisi ha contenuto le perdite grazie esclusivamente all'export che ha compensato il rilevantissimo calo della domanda interna.Un export che addirittura ha superato già da alcuni anni i livelli pre crisi. E' importante rilevare , e lo dimostrano ad esempio alcuni dati ed indicatori macroeconomici ad iniziare dalla flessione mondiale domanda di petrolio, come stiano modificandosi rapidamente i modelli di vita, da quelli appunto energetici a quelli dei consumi alimentari e extralimentari. Un processo che per certi versi può esere considerato positivamente ma che porrà ,nel breve e medio periodo, ulteriori sfide e nuove necessità di adattamento. Per l'immediato occorre sostenere con maggiore coraggio chi crea occupazione e incentivare l’autoimprenditorialità. Ma soprattutto occorre proseguire e potenziare gli investimenti nella formazione e nell'innovazione. Una scelta strategica per il futuro del nostro paese e dei nostri giovani e che, come Camera di Commercio, nonostante i recenti tagli di risorse da destinare al territorio , abbiamo deciso di mantenere anche per il prossimo anno.” “Poche luci e molte ombre in continuità con i numeri degli ultimi anni: quelli della crisi- dichiara Andrea Fabianelli, Presidente di Confindustria Arezzo- Alcuni dati registrati nei primi 9 mesi dell’anno con un andamento da “doccia scozzese” mi portano a dire che ancora, purtroppo, non siamo usciti dalla crisi. Nel terzo trimestre, in particolare, crescono i ricavi delle imprese, nonostante la flessione della produzione. E’ il mercato estero con un + 3% a sollevare l’indicatore, in particolare con la pelletteria e calzature (+14,5%), l’elettronica (+8,2%), la gioielleria (+3,4). Si conferma così la propensione delle imprese ad operare all’estero con una quota di fatturato che tocca il 39% nel complesso delle imprese ed il 60% considerando solo quelle esportatrici. Continua così il trend di grande debolezza del mercato interno, è questo il grande malato italiano: da troppi anni questa è la diagnosi giusta mentre, sempre da troppi anni, manca assolutamente una terapia per cercare di far guarire il malato. In particolare continua senza sosta la caduta del mercato interno delle costruzioni. Piccoli segni positivi arrivano dall’occupazione che, al contrario, rimane la più grande emergenza italiana, in special modo quella giovanile che fa correre al Paese il rischio concreto di perdere un’intera generazione. Rassegnazione? Mai ! Dobbiamo essere sempre più convinti che ci sarà un’inversione di tendenza. Lavoriamo per ottenerla e ognuno faccia la propria parte . La comunità aretina ha bisogno di tutti.”