Vicario del Vescovo: Gratien ci ha deluso. Ma il frate lo rimbecca: mi dissero grazie

Il racconto del prelato in assise: dopo mille anni volevamo riportare i monaci su quelle montagne, ma non ha funzionato. Zio Francesco: l''incontro a 4 con Fontana, frate e avvocato. Il Vescovo non testimonierà alla prossima udienza

Gioacchino Dallara

Gioacchino Dallara

Arezzo, 27 maggio 2016 - E' la storia di una delusione quella che il Vicario del Vescovo, monsignor Gioacchino Dallara, racconta in corte d'assise a proposito di Padre Graziano. Delusione nei confronti del frate ma anche dei confratelli, con l'eccezione forse di Padre Faustino, il parroco e il superiore che coi sacerdoti connazionali, poi finiti impelagati nel giallo di Guerrina non andava per niente d'accordo.

L'idea, spiega Dallara, era quella suggestiva di riportare una comunità monastica, a distanza di mille anni, nei luoghi che erano stati frequentati dai camaldolesi. Di qui l'idea di rivolgersi all'ordine del premostratensi a Kinshasa perchè mandasse a Ca' Raffaello uomini con la vocazione giusta. E' così che arrivano nel paese di Guerrina Gratien, Silvano e Padre Faustino, quelli che avrebbero dovuto essere una soluzione monastica all'insegna dell'ora et labora.

Siamo nel 2013, ma il Vicario ammette che ci vuole poco per capire che il progetto non funziona. Due o tre mesi e cominciano a piovere le lamentele: le messe non sempre sono celebrate all'orario giusto, il catechismo viene trascurato, i malati sono abbandonati a se stessi. E' per questo che quasi subito, su iniziativa dello stesso Dallara, il Vescovo Riccardo Fontana scrive al superiore dei premostratensi chiedendo una verifica.

E' lun delegato dello stesso superiore che il 2 febbraio 2014 viene ad Arezzo dove si incontra con il vertici della diocesi. Si decide di aspettare ancora un paio di mesi, ma le cose non vanno e in estate scattano gli spostamenti. Padre Silvano e Padre Graziano vengono destinati in Francia.

Nel frattempo, però, è cominciato il pasticciaccio di Guerrina. Il vicario dice di non aver realizzato la delicatezza della posizione del frate fino al 5 settembre in cui trapela la notizia che è stato indagato dopo un interrogatorio. Prima aveva creduto allo scenario dell'allontanamento volontario prospettata dallo stesso Padre Graziano. A questo punto, allora, Dallara e Fontana convocano Padre Graziano per un incontro urgente che avviene il 13 settembre 2014 nel convento aretino dei Cappuccini, a due passi dal tribunale.

Il Frate racconta di essere stato avvicinato da un emissario di Guerrina in fuga, il fantomatico zio Francesco, e di aver parlato successivamente anche con la casalinga scomparsa. Gli avrebbe chiesto di andare a prendergli il figlio disabile che si voleva portar via nel suo piano di allontanamento. La descrizione dello Zio Francesco è quello di un uomo non di colore, ma di cui non si dice se sia italiano o straniero. Un racconto comunque vago. Il resto è storia ormai conosciuta.

Ma padre Graziano non ci sta. al ritratto del Vicario Gioacchino Dallara. E risponde su questo alle domande dei giornalistiI. Sorride ma è  un fiume in piena: «Assolutamente no. Perchè monsignore non ha parlato anche della lettera di ringraziamento che mi ha inviato il 29 agosto? E il trasferimento lo ho chiesto io, a febbraio». Fra l’altro a Padre Graziano non risulta affatto che la lettera del Vescovo ai premostratensi fosse così «poco esaltante».

Per la prossima udienza la corte ha messo in programma anche l'audizione del Vescovo Fontana, citato dalle parti civili e dalla difesa. Ma lui con ogni probabilità non sarà in aula. Per il 17 giugno, infatti, è in programma una celebrazione solenne a Pisa che vede protagonisti tutti i Vescovi della Toscana. A questo punto la testimonianza potrebbe slittare all'udienza del 24 giugno.