Il pokerissimo di Piero: cinque opere del maestro del Borgo in mostra a Sansepolcro

E' tornata da Rimini la parte centrale del Polittico della Misericordia, in prestito una Madonna con bambino attribuita all'artista anche se ancora in modo controverso

La Madonna con bambino

La Madonna con bambino

Arezzo, 24 luglio 2016 - Piero della Francesca cala una momentanea «cinquina» al museo civico di Sansepolcro. Dal pomeriggio di venerdì scorso e fino al prossimo 30 settembre, sono infatti cinque le opere del sommo artista biturgense presenti nella collezione di via Niccolò Aggiunti. Al ritorno da Forlì della tavola centrale del polittico della Madonna della Misericordia, si è aggiunto l’arrivo di una «Madonna con Bambino», il primo quadro dipinto in assoluto da un Piero ancora molto giovane (forse non ancora 20enne e lo diciamo perché la sua data di nascita non è nota), prestato a Sansepolcro dalla Alana Collection, collezione privata con sede a Delaware, negli Stati Uniti.

È stato il noto storico dell’arte Roberto Longhi, nel 1927, ad attribuire l’opera a Piero della Francesca, mettendo d’accordo anche Mario Salmi, Carlo Bertelli, Frank Dabell e Alessandro Angelini: più cauto Andrea De Marchi, mentre decisamente avverso all’ipotesi di un’autografia del maestro è Vittorio Sgarbi.

Nel Seicento, questa Madonna si trovava a Firenze e nel 1685 la raffigurazione geometrica sulla parte retrostante era stata attribuita addirittura a Leonardo da Vinci, dell’importante pezzo si erano perse le tracce nel dopoguerra, poi è ricomparso nel 2007, poco prima della grande mostra «Piero della Francesca e le corti italiane».

I volti quasi inespressivi dei personaggi, la mano flessa della Madonna e il rinfrescatoio disegnato nel lato posteriore (il «verso») e in prospettiva inducono a pensare che potrebbe essere stato un esercizio del giovane Piero; l’idea di rappresentare la Madonna con il Bambino dietro a una finestra rielabora alcune tendenze dell’arte fiorentina del tempo. Nello stesso pannello, è collocata in visione un’altra Madonna con Bambino di Paolo Uccello e proveniente sempre dalla Alana Collection.

C’è poi una terza opera esposta al museo e rientra nella seconda parte del ciclo «Indagini sulla Resurrezione», il cui scopo è quello di ricercare le iconografie sui dipinti contemporanei e successivi al capolavoro di Piero. In pieno periodo di Controriforma, ecco allora il Risorto di Peter Paul Rubens, databile 1616 (ovvero 400 anni fa esatti) e proveniente dalla Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze, che tiene «compagnia» alla Resurrezione nella sala ad essa dedicata. L’allestimento è stato possibile grazie alla collaborazione con i Musei San Domenico di Forlì; la Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo e la Fondazione Piero della Francesca.

di Claudio Roselli