Il grido di dolore dei vigili del fuoco: "Automezzi obsoleti, personale in croce"

E in Regione interrogazione di De Robertis: sede in Valtiberina

LA POLEMICA Dopo l’ultimo episodio di Sansepolcro continuano le prese di posizione sui vigili del fuoco

LA POLEMICA Dopo l’ultimo episodio di Sansepolcro continuano le prese di posizione sui vigili del fuoco

Arezzo, 3 luglio 2015 - Ancora non si è spenta l'eco per la tragica morte di Veronica Sestini, uccisa dalle fiamme divampate improvvisamente in casa sua in una tragica mattina di giugno. Quasi immediatamente dopo la tragedia è scoppiata la polemica circa la mancanza di un presidio dei vigili del fuoco e ieri è stata la vice presidente del consiglio regionale, Lucia De Robertis, a presentare un’interrogazione urgente al presidente della Toscana Enrico Rossi per sollecitare l’impegno del governo toscano: «La Valtiberina – ha spiegato De Robertis – avanza da anni la richiesta di un presidio permanente dei vigili del fuoco. Sono convita che l’impegno della Regione sarà massimo, e che sia possibile avere dal ministero degli interni l’impegno a dare riscontro alla richiesta dei cittadini».

Ma la situazione non è critica soltanto in Valtiberina. Tra carenze di personale e automezzi datati, il lavoro dei vigili del fuoco ogni giorno è costellato di problemi, come spiega il comandante provinciale Paolo Qualizza:

«Stando alle tabelle ministeriali, abbiamo un numero sufficiente di vigili del fuoco, sono circa 230 in tutta la provincia. Ma diciamo che siamo al limite, se manca qualcuno ad esempio per corsi di formazione, per malattia o magari perché è in ferie, andiamo facilmente sotto organico, con un territorio molto vasto da seguire».

Ci sono anche i volontari...

«A Pratovecchio, come a Sansepolcro, c’è un distaccamento di volontari, che viene gestito secondo determinate regole. Quando arriva una chiamata al 115 la smistiamo nelle varie zone a seconda dell’operatività».

Chi sono i volontari operativi?

«Persone che fanno altri lavori ma che hanno seguito una formazione specifica, fatta da noi, e tutto un iter per avere determinate competenze». Un presidio in Valtiberina diventa quindi essenziale? «Gestisco le risorse che ho. Per adesso c’è un distaccamento volontario».

Oltre alla questione del personale, qual è l’altro problema più grande dei vigili del fuoco aretini?

«Il parco mezzi, rinnovarlo sarebbe di grande aiuto al nostro lavoro. I mezzi hanno un’età media elevata ma non è soltanto una questione di anno di immatricolazione. Alcune dotazioni si usurano prima di altre, dipende dai chilometri fatti, dal numero delle ore di lavoro».

Come incide tutto questo nel lavoro quotidiano?

«Noi facciamo soccorso, pertanto ogni giorno può capitare di affrontare una situazione nuova. Da parte nostra, fino a ora, siamo riusciti a far fronte ai nostri doveri. Spesso, però, ci tocca fare i salti mortali».