Icastica, le pecore del Praticino donate alla città dall'artista

Karen Wilberding Diefenbach è l'artista statunitense innamorata della Toscana

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Arezzo, 9 settembre 2014 - Sono apparse nei giardini del Praticino in occasione della prima edizione di Icastica, quella del 2013. Adesso, l’artista che le ha realizzate, Karen Wilberding Diefenbach, le dona al Comune di Arezzo grazie anche alla partecipazione di Aria art gallery di Firenze. Si tratta di cinque pecore che compongono un gruppo scultoreo dal titolo “Il Coro”, ispirato a una rara razza di pecora massese presente da sempre sulle colline toscane. I loro nomi? Adagio, Delicata, Lento, Amabile e Dolce. Essi sono ripresi dal linguaggio della musica classica e rispecchiano il ritmo e le stagioni della vita, perché per Karen Wilberding Diefenbach, le pecore sono sia una metafora sia autentiche muse: sentinelle di un tempo antico le cui strane forme sono evolute nel corso dei secoli adattandosi a un terreno roccioso e ostile.

Karen Wilberding Diefenbach è artista statunitense innamorata della Toscana. Ha offerto un saggio di questa sua predisposizione anche nella recente mostra “Silente”, negli spazi di Aria art gallery, dove sculture, dipinti e disegni hanno ritratto la flora e la fauna della campagna toscana con sensibilità visionaria e contemporanea. La scintilla di questo amore scoccò un giorno d’estate in una casa colonica nei pressi di Camaiore, completamente avvolta da uno scenario bucolico, affascinante nel suo essere così lontano dal mondo metropolitano. Questo ambiente agreste, fatto di greggi, di maestosi noci, di antichi alberi di olivo, entrò così a far parte della sua vita. Anche le bronzee pecore ora della città di Arezzo, presentano il collo enfaticamente allungato, le forme nodose e lineari, così da instaurare un dialogo estetico e concettuale con gli alberi dai lunghi rami che svettano nelle colline e nei giardini del Praticino. Un messaggio per lo spettatore che è invitato a fermare per un attimo il flusso del divenire per recuperare il senso temporale e naturale dello stare al mondo. Con le loro gambe spinose e le proporzioni sgraziate, rimangono un simbolo della sopravvivenza poiché si tratta oramai di una razza in pericolo di estinzione. Il loro lento brucare e i loro strani movimenti ricreano un senso di pace e accettazione. La storia di questa donazione la racconta la stessa Diefenbach: “dopo l’incontro con il Sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani nel 2012, è nata la proposta di installare le mie pecore sulle antiche mura in occasione di Icastica 2013. Dopo l’installazione, le opere, intitolate ‘Il Coro’, sono divenute parte del giardino e della struttura visiva della città, come se ci fossero sempre state. A volte i bambini giocavano e interagivano con loro e alcune persone hanno visto le mura in un’altra prospettiva. Con la casa del Petrarca dall’altra parte della strada non ho potuto fare a meno di pensare a quando viveva lì e mi emoziona immaginare che, nell’osservarle, le pecore sarebbero state per lui una veduta familiare. Come se avessero vagato e fossero appena giunti da altrove, questi bronzi rappresentano la memoria e il tempo quali concetti fondamentali del mio lavoro. Per questo mi sono sembrate appropriate per questa bellissima città a cui le dono con grande orgoglio”.

“Queste opere - ha sottolineato Giuseppe Fanfani - offrono innanzitutto dalla strana una prospettiva di grande qualità estetica. Quando anno scorso Karen le posizionò per Icastica, la pregai subito di lasciarle e oggi possiamo dire che questo desiderio è realizzato. Ciascun artista, in fondo, ha l’ambizione di lasciare la sua opera alla fruizione collettiva. L’arte mi piace, come noto, per fortuna faccio il sindaco e questo mi concede, a volte, potere di scelta. E stavolta ho scelto qualcosa che rechi vanto a un luogo bellissimo di Arezzo”.