I profughi a Badia Prataglia, dal Mali e dal Senegal nel paese della protesta: per ora 10, altri 15 arriveranno. "Viva l'Italia" esclamano

L'arrivo nel primo pomeriggio, un piatto caldo, gli sguardi della gente, la preoccupazione del paese. Nei giorni scorsi il prefetto nel borgo LE FOTO DOPO L'ARRIVO A BADIA

I profughi a Badia Prataglia

I profughi a Badia Prataglia

Arezzo, 10 ottobre 2015 - Stavolta sono arrivati davvero. I dieci migranti hanno varcato l’ingresso della pensione Bellavista di Badia Prataglia. Sono scesi dal pulmino intorno alle tre del pomeriggio. «W l’Italia», esclamano alcuni di loro messo piede nel paesino. Dormiranno nelle stanze dove un tempo riposavano turisti alla ricerca di quiete e relax.

Un piatto caldo nel vasto salone della pensione e il sorriso di chi ha trovato almeno per un po’ di tempo un nuova casa. Giovanissimi, vengono dal Mali, dal Senegal, tutti paesi devastati da conflitti. Probabilmente ignari dell’ansia che ha vissuto la piccola comunità nel comune di Poppi. Chissà cosa avranno pensato una volta scesi dal pulmino i dieci ragazzi, chissà se immaginavano così la loro tappa in Italia.

«Per ora è tutto tranquillo», ci racconta Andrea Betti proprietario dell’albergo e ristorante e pochi passi dal Bellavista. «Ho visto due ragazzi in piazza con una operatrice mentre parlavano con il nostro parroco» continua Andrea. Ad assistere i migranti all’arrivo ci sono i carabinieri, ma anche Mauro Donati, un imprenditore che ha già esperienza nell’accoglienza. E’ stato lui ad aggiudicarsi il bando della prefettura.

La dottoressa Guidi che da poco tempo è al vertice del palazzo è stata da poco a Badia per parlare con gli abitanti. Il fermento nella frazione di Poppi non si ferma oggi e forse neanche domani, la richiesta è chiara: «Proporzionalità nell’accoglienza». Al momento nella pensione Bellavista ce ne sono 10, ma lì ne sono assegnati 25 ed è probabile che arrivino. E’ il numero fissato lo scorso anno dopo un tavolo sulla sicurezza convocato in prefettura.

I giorni della serrata. Tutto il paese si era presentato in segno di protesta davanti al palazzo. Allora si parlava di 100 migranti. Un numero che aveva fatto sobbalzare il paese. Oggi si parla di un’accoglienza più esigua, ma i malumori non mancano.