Steve Hackett, il mito della chitarra ieri a Cortona con "Il World Tour" d’Italia

‘Selling England: disco preferito’ / LE FOTO DEL CONCERTO A CORTONA

Steve Hackett in concerto a Cortona (foto Cristini)

Steve Hackett in concerto a Cortona (foto Cristini)

Firenze, 28 luglio 2014 - SECONDO il sito musicale DigitalDreamDoor.com lui è il 25esimo miglior chitarrista della storia del rock. Della storia del rock: di tutta. Stephen Richard Hackett meglio conosciuto come Steve Hackett, mitico musicista, compositore britannico di rock progressive e con leader dei Genesis era ieri in concerto a Cortona, in piazza Signorelli. Steve: la sua fama è legata alla fantastica collaborazione coi Genesis con cui ha ha registrato otto album dal 1971-1977.

Che effetto le fa oggi?  (ride) «Sono felice di essere riconosciuto ancora per il mio lavoro dal pubblico ed è anche bello sapere la mia chitarra ancora oggi è ricordata e apprezzata così tanto. E’ stato un periodo di soddisfazioni e lo è anche oggi. Io e la chitarra siamo una cosa sola, da sempre».

E’ stato giovanissimo e famoso: la celebrità è riuscita a cambiarla? «Ma veramente non ho mai sentito di essere famoso! Neppure oggi, lo giuro. Ero e sono troppo occupato a lavorare sulla musica, anche se, lo ammetto, mi ha fatto sentire grande quando abbiamo suonato davanti a folle immense e c’era davvero da perdere la testa».

Leggenda narra che 12 anni ha iniziato a studiare chitarra influenzato dalla classica e in particolare Bach. E’ vero? «Prima di tutto è stata la chitarra elettrica che mi ha ispirato e gruppi come gli Shadows. E poi sì: è vero, il mio amore per Bach ha avuto un grande ruolo ed influenzato il mio amore per la musica. Poi a 14 anni ho iniziato a suonare la chitarra acustica, classica». Sul palco con occhiali e chitarra contrastava l’esplosività di Peter Gabriel. «Io mi concentravo sulla chitarra mentre Pete era lo showman. Abbiamo avuto ruoli diversi da svolgere nella band: che dicevano bene per me».

Se una sua fans amasse ancora i Genesis e magari ascoltasse spesso Selling England by the Pound? «Penserei sia eccezionale lei e fantastico che ami ancora così tanto la musica di Selling che, guarda un po’, è anche il mio album preferito dei Genesis».

Pentito di aver preferito la carriera solista dopo? E quanto ha pesato nella scelta del lavoro? «No, anzi. Sono molto contento. Mi ha permesso di esplorare tutte le mie idee creative attraverso album e spettacoli. E non era scontato».