Guerrina, la domenica del turismo macabro: scusi, dov'è il cimitero?

In tanti a Ca' Raffaello, anche dalla Riviera Adriatica. Commercianti e ristoratori diventano ciceroni dell'orrore / CONTO ALLA ROVESCIA PER PADRE GRAZIANO

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Arezzo, 13 aprile 2015 - Lo chiamano turismo dell'orrore ed è arrivato anche a Ca' Raffaello. Specie in questa seconda domenica di aprile, col bel tempo che ha invogliato molti ad arrampicarsi fino a Ca' Raffaello e San Gianni. Con le solite domande rivolte ai bar o ai negozi: scusi, qual'è la casa di Guerrina? O dov'è il cimitero di San Gianni? Un giorno di vacanza, insomma, trascorso nei luoghi dove si respira solo angoscia, mistero e terrore. La storia della scomparsa di Guerrina Piscaglia sta facendo da mesi il giro dello stivale ed è seguita da tantissime persone.

E così, folle di curiosi decidono di arrivare fino al piccolo paesino toscano per visitare i luoghi in cui viveva Guerrina prima di sparire nel nulla. Provengono dalla Romagna, dalle Marche e da ogni angolo della Toscana. Per lo più coppie di pensionati, o anche persone single, ma quasi tutte di mezza età. Ad accorgersi del triste fenomeno, sono i residenti. «Prima di questa storia in pochi conoscevano Ca' Raffaello _ confidano i negozianti e titolari dei bar tra Ca' Raffaello e Molino di Bascio _ Qualcuno una volta si è anche avvicinato all'edicola e al market indicando qualcuno di noi, solo perché magari lo ha visto pochi giorni prima in tv. C'è chi entra e acquista qualcosa, ma non dice una parola. Sappiamo però che sono qui solo per Guerrina».

I più coraggiosi (forse morbosi) si spingono addirittura a citofonare agli abitanti o a chiedere informazioni ai passanti perché vogliono sapere dove si trova la casa di Guerrina. Qualcuno arriva a piedi anche davanti all'abitazione della donna per scattare foto. La tappa più ambita' resta però la canonica di Ca' Raffaello: il luogo in cui per mesi si è cercato di trovare la soluzione del giallo, dove interi squadroni di carabinieri, con Ris e addirittura cani, sono entrati per scovare indizi. Dove sono apparsi cartelli di protesta con scritte come «Night Club» o «Benvenuti nel paese del coniglio».

Nell'ultima settimana l'attenzione si è spostata anche a San Gianni di Sestino. La frazione con il piccolo cimitero, dove il sabato di Pasqua è stato trovato il cadavere fatto a pezzi e bruciato, oggi senza identità. Due mesi fa, affermano i residenti, è arrivato addirittura un pulmino. «Hanno pranzato in zona e poi sono andati in chiesa perché era aperta _ confidano i cittadini di Ca' Raffaello _ erano circa 8 persone. Quel giorno, era domenica, c'era la messa e si sono fermati a pregare (dicono) per Guerrina».

In zona i ristoranti si contano sulle dita di una mano, ma uno è particolarmente affollato ogni fine settimana: il Sottobosco di Badia Tedalda. «Dall'inizio della vicenda di Guerrina _ dichiara il titolare _ ci hanno tartassato di chiamate. Ci sono ex residenti che telefonano per sapere se ci sono novità e per capire meglio la situazione. E poi c'è anche chi non conosciamo, che chiede notizie su Guerrina, sull'ex viceparroco, su Mirco, il marito della donna e prenota il pranzo della domenica, per poi passare da Ca' Raffaello».

Come per la tragedia dell'Isola del Giglio o Avetrana, non manca poi l'assalto dei cronisti. «Tantissimi giornalisti vengono qui _ continua il titolare del Sottobosco _ quasi ogni giorno». La tragedia si mescola alla curiosità, e i protagonisti di questo giallo sembrano delle vere e proprie star'. Il sindaco di Sestino, Marco Renzi, si è detto preoccupato per l'eccessiva pressione mediatica che i luoghi scenario del caso della Piscaglia stanno pesando anche sugli abitanti. «Vorrei che queste zone ha affermato fossero conosciute per la loro bellezza paesaggistica, non solo per questa drammatica vicenda».