"Guerrina non c'è più": la procura vuole trasformare in prova la frase detta in tv. Sentito il postino: ho visto l'auto grigia

Le parole choc di Padre Graziano alla prostituta Cristina, raccontate finora solo a La vita in diretta, saranno l'oggetto dell'incidente probatorio di lei. Attesa per l'udienza del riesame. Padre Giovan Battista in una parrocchia di Haiti / CHI E' PADRE GIOVAN BATTISTA/

Padre Giovanbattista

Padre Giovanbattista

Arezzo, 6 maggio 2015 -  Il giallo di Guerrina si arricchisce  di nuovi colori, non solo la prostituta Cristina e Padre Giovan Battista, ma anche la verità dell'ex postino di Ca' Raffaello, sentito oggi a verbale dai carabinieri.L'uomo, ultranovantenne, ha raccontato di cosa vide il primo maggio della scomparsa intorno alle 14, confermando il particolare, già introdotto da altri, dell'auto grigia.

Lui ne avrebbe notata una salire per la strada della Cicognaia più o meno negli stessi tempi in cui vide Guerrina allontanarsi nella stessa direzione, senza che poi si accorgesse se lei era tornata indietro. Che tipo di macchina? Non lo so, non me ne intendo, ha risposto l'ex postino. Certo che di auto grigie ne girano molte per le strade e può darsi benissimo che tutto ciò non c'entri niente col giallo.

 Al caso della prostituta Cristina, invece, la procura e il Gip annettono grande importanza. Ma la sua indiscrezione più succulenta la donna l’ha riservata alla Tv. E così quel «Tanto Guerrina non c’è più» col quale Padre Graziano l’avrebbe tacitata, il Pm Marco Dioni deve andare a ricostruirlo nell’incidente probatorio chiesto al Gip dopo averlo visto a suo tempo, nella trasmissione «La vita in diretta».

Cristina  compare nella vita del frate a dicembre, quando lui è ancora a Perugia. Si incontrano al bar, si fanno simpatia, scoprono insieme le gioie del sesso. Poi lei si accorge dai giornali che non è quel professore di filosofia che il sacerdote diceva di essere. E va all’assalto per telefono.

Lui le avrebbe risposto con una larvata minaccia («Lascia perdere o ti metto nella lista») e appunto con quella frase inquietante: «Tanto Guerrina non c’è più». Come fa a saperlo se non è stato lui ad ucciderla come adesso ipotizzano la procura e il giudice? Ma quella risposta nelle carte d’inchiesta non c'è. Raccontata in tv ma non ai carabinieri. Viene riconvocata Cristina per fargliela ridire. Certo, se la prostituta dovesse confermare, l’aria per Padre Graziano si farebbe meno respirabile. Intanto, continuano le ricerche di Padre Giovan Battista, che le ultime notizie danno in una parrocchia di Haiti, San Michele Arcangelo. Prima c'era stato il giallo del video. Quasi certamente del tutto marginale rispetto alla vicenda. Ma che fa un altro passettino per essere chiarito. Il computer attraverso il quale avviene la conversazione via Skype è quello della canonica. L’utente dovrebbe essere Padre Silvano che parla con un misterioso «Glory to God», probabilmente una donna che sta Montreal in Canada. La minaccia è quella di diffondere un video «che può farti danno». Cosa c’era dentro? Materiale porno come altro che è stato trovato nel Pc di Padre Silvano nel frattempo trasferito in Francia e ora chissà dove? Per gli inquirenti questa chat di agosto non ha niente a che fare con Guerrina, ma alimenta l'immagine un po' discutibile di questa piccola comunità di frati. 

Intanto l'avvocato Luca Fanfani ha depositato nella  cancelleria del tribunale, al secondo piano di Palazzo di giustizia. il ricorso al riesame. In esso Fanfani, come previsto e preannunciato, chiede la scarcerazione del suo assistito, arrestato giovedì 23 aprile al termine di una giornata convulsa.

Gratien è accusato dell’omicidio di Guerrina Piscaglia avvenuto il primo maggio 2014. Manca il corpo della donna e mancano, a giudizio di Fanfani, anche indizi che giustifichino il provvedimento nei confronti del frate congolese. Su cosa si basa dunque il ricorso?

Gli orari in testa. Come si fa, scrive l’avvocato, a pensare a un omicidio nell’arco di 45 minuti se ci sono altri avvistamenti di Guerrina anche fra le 14,30 e le 15? Ponticelli, a dire il vero, li considera credibili ma dice che la memoria dei testimoni falla negli orari, a quattro mesi di distanza. La difesa non ci sta: se sono credibili, lo sono in tutto, in quello che hanno visto come nei tempi.  Ma Fanfani mette in dubbio che delitto ci sia stato e che possa averlo commesso Padre Graziano. I grandi indizi contro di lui, spiega, sono gli stessi in base ai quali nel divieto di espatrio di ottobre era stato considerato un semplice favoreggiatore, dal possesso del telefonino alla figura fantomatica dello Zio Francesco. La procura garbatamente fa notare che ci sono anche altri indizi: le domande sull’aborto, che danno un’ipotesi di movente (la relazione diventata ossessiva) e il racconto della prostituta Cristina: «Guerrina non c’è più», le disse il frate. Come faceva a saperlo se non era stato lui?

Intanto il legale contesta la mancata esplorazione di piste alternative alla responsabilità del frate. E mira a depotenziare l’ordinanza del Gip Borraccia, dove Gratien viene ritenuto l’unico responsabile del delitto e della distruzione del corpo di Guerrina.