Guarigione dalle fratture, si applicano nuove tecniche che garantiscono risultati migliori

Confronto al San Donato fra i professionisti delle aree aretina, senese e grossetana. Un confronto positivo, capace di far crescere le diverse realtà

San Donato

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Arezzo, 3 maggio 2016 - Le fratture degli arti in seguito a traumi stradali, incidenti lavorativi, sportivi o a seguito di cadute banali sono un’evenienza sempre più frequente. La complessità delle fratture dovuta a traumi sempre più gravi da un lato e all’aumento dell’età dei soggetti interessati dalla frattura è anch’essa in costante crescita. Per analizzare questi temi e valutare con senso critico l’utilità dei recenti ritrovati in campo biomedico nella guarigione delle fratture, presso l’Auditorium dell’Ospedale San Donato si sono ritrovati e confrontati i professionisti della Usl Sud Est: ortopedici, radiologi, infermieri, fisioterapisti e tecnici di radiologia. Presenti i primari dell’Ortopedia di Arezzo, Siena e Grosseto (Caldora, Ferrata e Londini) insieme ai loro collaboratori.

Ne è emerso un confronto molto vivace e produttivo che è riuscito nello scopo di chiarire quali siano i fattori di rischio nel processo di normale guarigione di una frattura e quali siano le armi a disposizione dei professionisti per ottenere il miglior risultato possibile per il paziente. Particolare interesse ha avuto la presentazione di una nuova metodica dedicata alla determinazione di un punteggio di rischio per la guarigione della frattura. Questa metodica (Fracting Score) che è stato possibile presentare in forma di applicazione per smartphone è il risultato di uno studio multicentrico svolto in più di 40 centri italiani di Ortopedia con oltre 400 pazienti coinvolti per identificare quali siano le caratteristiche delle fratture e dei pazienti più a rischio per una mancata guarigione della Ne è emersa una valutazione a punti, gestibile tramite la App, che permette di capire in anticipo quali fratture presenteranno una guarigione difficile e quindi indirizzare i medici ad utilizzare metodiche aggiuntive per la guarigione delle fratture.

La stimolazione biofisica del callo osseo con campi elettromagnetici pulsati della ditta IGEA si è dimostrata una delle metodiche più efficaci per promuovere la guarigione e per le sue caratteristiche di semplice applicazione il suo utilizzo è raccomandato in tutti i casi difficili. Nelle fratture che però presentino caratteristiche tali da non poter più andare incontro ad una guarigione, definibile quindi come pseudoartrosi, è necessario indirizzarsi ad un nuovo intervento chirurgico. Tale intervento va affrontato con tecniche ben codificate e con l’utilizzo di fattori di crescita come le cellule staminali, come esposto dal dott. De Biase. Queste metodiche di arricchimento biologico permettono infatti di risolvere anche i casi più complessi ottenendo una restituzione accettabile della funzione dell’arto.

Infine la sinergia tra i vari percorsi del paziente dal ricovero, all’intervento, all’assistenza e al processo riabilitativo è stata identificata come una strategia fondamentale per ottenere il risultato sperato di una completa guarigione. In questo processo il ruolo centrale è sempre del paziente che in alcuni casi è il portatore stesso delle patologie, spesso correggibili, responsabili del mancato processo di guarigione. La consapevolezza pertanto del fattori di rischio ed il suo coinvolgimento nel processo sono indispensabili ai fini del risultato finale.