Graziano torna a parlare, racconterà la sua versione il 28 luglio al Pm Dioni: non pare aver altro senso la richiesta di incontro

Tra gli obiettivi della difesa la richiesta di arresti domiciliari a tre mesi dall'ingresso in carcere. Telefonino di Guerrina e zio Francesco i punti caldi

Marco Dioni e padre Graziano

Marco Dioni e padre Graziano

Arezzo, 8 luglio 2015 - Padre Graziano parla. L’annuncio eranell’aria dopo le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi, anche a La Nazione, dal nuovo avvocato del frate, il leccese Francesco Zacheo, ma ora c’è anche la data, il 28 luglio, e il luogo dell’interrogatorio: il carcere di San Benedetto nel quale il sacerdote è rinchiuso dal 23 aprile.

Le uniche coordinate certe sono queste. La sicurezza di un cambiamento di strategia difensiva è in qualche modo scontato nel faccia a faccia concordato fra l’avvocato e la procura. Padre Graziano potrebbe rimanersene in silenzio, ma non avrebbe senso scomodare il Pm in pieno solleone, farlo arrivare in carcere e farlo trovare dinanzi a un imputato che non ha niente da dire.

Eventualità puramente astratta e davanti alla quale si scatenerebbe un incidente diplomatico fra difesa e procura. Tra l'altro Zacheo ha già annunciato che all’esito dell’interrogatorio avanzerà una richiesta di arresti domiciliari, ma l’unica possibilità reale per uscire dalla cella è raccontare una versione sulla quale Dioni possa dare il suo assenso all’attenuazione della misura cautelare.

I punti «caldi» restano i soliti: il possesso del telefonino di Guerrina, suggerito dagli sms che partono già nel pomeriggio della scomparsa, il 1 maggio 2014, e la figura dello «Zio Francesco», da Padre Graziano introdotta per discolparsi dal dubbio di aver avuto per le mani il cellulare. Riuscirà Padre Graziano, con la regia del nuovo avvocato, a districarsi da questa rete?