Padre Silvano: Guerrina solo amica coi frati e Gratien è innocente. "Minacciato su skype"

L'abbraccio tra i due confratelli. Il religioso in assise dalla Francia. "Non mi risultavano rapporti anomali tra lui e quella donna". Ricostruisce il 1° maggio. Il frate protesta per l'utilizzo del suo cellulare da parte dei carabinieri. Oggi al centro il caso "zio Francesco"

L'incontro tra Graziano e Silvano

L'incontro tra Graziano e Silvano

Arezzo, 29 aprile 2016 - Un'altra giornata caldissima per il processo a carico di padre Graziano, il religioso accusato di aver ucciso Guerrina Piscaglia e averne nascosto il cadavere. 

Per ora il punto forte della giornata è Padre Silvano, il secondo dei tre frati che abitavano nella canonica di Ca’ Raffaello per la testimonianza cui l’ha convocato Dioni. E padre Silvano è arrivato ed è stata predisposta la traduzione in francese della sua testimonianza. La notifica l'aveva ricevuta, ma fino a stamani c'era il dubbio che sarebbe davvero arrivato in aula. E invece è arrivato. Subito intervistato dai giornalisti: "Credo nell'innocenza di Padre Graziano - dice in francese - altrimenti non avrei fatto tanta strada per venire fin qui"

Silvano  è arrivato da Saint Denis in Francia ma nel 2014 era nella parrocchia di Ca Raffaello quando la donna scomparve. «Guerrina - ha detto in francese padre Silvano aiutato da un'interprete - è sempre venuta in parrocchia con il figlio o il marito. Quale rapporto poi ci fosse tra Padre Gratien e Guerrina non lo so». Il religioso fu sentito dai carabinieri e dal pm l'otto settembre del 2014 prima che partisse dall'Italia per la Francia. Padre Silvano, convocato dal pubblico ministero Marco Dioni, ha confermato un clima sereno nella parrocchia e una buona amicizia tra i frati e la famiglia di Guerrina Piscaglia.

Padre Silvano ha detto di non aver mai registrato anomalie nel rapporto tra Guerrina e Gratien. Padre Silvano ha quindi ricostruito la giornata del primo maggio 2014 giorno in cui scomparve Guerrina confermando di aver mangiato con padre Gratien e padre Faustin e di essere andato prima a dormire, poi a dire la messa in un paese vicino. Precedentemente l'imputato, presente in aula con l'abito talare, ha rilasciato una dichiarazione spontanea per protestare contro l'utilizzo del suo cellulare da parte dei carabinieri che hanno condotto le indagini.

E ha testimoniato di aver ricevuto minacce via skype, anche se l'episodio non dovrebbe avere collegamenti con la vicenda di Guerrina. Qualcosa era emerso anche nei mesi delle indagini. Si era parlato di una comunicazione arrivata sul computer della parrocchia e l'utente in quel caso doveva essere proprio Silvano. La comunicazione di un  «Glory to God», probabilmente una donna residente a Montreal, in Canada. Era emersa la minaccia di diffondere un video «che può farti danno». Una chat di agosto, della quale non erano mai emersi i dettagli e che è probabilmente la minaccia di cui oggi ha parlatio Silvano in assise, anche se quasi certamente svincolata dal caso Guerrina.

In aula protagonista sicuro il maresciallo Tommaso Surico, l’investigatore che ha seguito le indagini fin dall'inizio. E se due venerdì fa si è concentrato sulle telefonate fra il frate e la scomparsa, oggi dovrebbe essere portato sul fantomatico personaggio chiave:  «Zio Francesco».