Giostra: l'araldo Chiericoni lascia per un problema di salute. Nell'edizione di settembre al suo posto il figlio Francesco

La Magistratura della Giostra ha preso atto della decisione sofferta presa da Chiericoni per questioni di salute e ha annunciato che l’avvicendamento con Francesco Sebastiano Chiericoni ci sarà dal 7 settembre

Gianfrancesco Chiericoni

Gianfrancesco Chiericoni

Arezzo, 28 agosto 2014 - L’ANNUNCIO l’ha fatto senza voce stentorea e pause calibrate con cui accompagna da quasi quarant’anni i punteggi più incerti. L’annuncio del suo forfait alla Giostra del Saracino del 7 settembre Gianfrancesco Chiericoni l’ha fatto direttamente al primo magistrato Marco Dioni col groppo alla gola. Alcuni problemi di salute, le complicazioni emerse ieri dopo un intervento chirurgico di qualche settimana fa, non gli consentono infatti di andare a cavallo. Per questo i togati della sfida al Buratto, convocati d’urgenza da Dioni, hanno fatto la scelta più logica e naturale: quella di sostituirlo per tutti gli appuntamenti della settimana giostresca con il figlio Francesco Sebastiano, 40 anni, già ufficialmente vice araldo da diversi anni.  Un addio, o meglio un arrivederci, forzato per quello che a ragione viene considerato un vero e proprio pezzo di storia della Giostra moderna. Che, per un curioso scherzo del destino, è costretto ad alzare bandiera bianca dopo 76 edizioni consecutive di cui la prima si è corsa nel ’76. Il che significa che per intere generazioni di amanti della Giostra i punteggi hanno avuto soltanto una voce inconfondibile: chioccia ma allo stesso tempo possente, capace di esaltare i grandi colpi di lancia e sminuire i punteggi più bassi. Una tecnica affinata nel tempo con le pause allungate e ristrette a seconda della nitidezza dei punteggi, il tono più alto e più basso a seconda della «qualità» del punteggio stesso. Sempre con la massima attenzione a coprire bene con le mani il suo prezioso foglietto dagli occhi indiscreti della tribuna B che potrebbero carpire in anticipo il punteggio. Un modo per salvare quegli attimi di assordante silenzio in una piazza gremita da 5 mila persone. Prese il posto di Fosco Balestri nella notturna del 1976 quando aveva 33 anni: oggi ne ha 71 e da allora non ha mai mancato un’edizione, annunciando forse un migliaio di punteggi, leggendo bandi e disfide e infine «assegnando», con l’ultimo annuncio, 76 lance d’oro sulle 127 dall’era moderna.  AL SUO POSTO, come detto, il figlio Francesco, avvocato civilista di 40 anni, una lunghissima gavetta alla prova generale in cui ha debuttato nel 2000. La voce è molto simile, l’impostazione e le piccole astuzie sono tramandate direttamente dal padre. Francesco è cresciuto tantissimo e negli ultimi anni è davvero trovare differenze tra i due. Domenica c’è la prova del fuoco, anche se i momenti più emozionanti per lui saranno probabilmente quelli inediti, come l’estrazione delle carriere e il bando.  La famiglia Chiericoni ha una storia lunghissima legata alla Giostra che ora si rinnova: il nonno di Gianfrancesco, Giovan Battista, ha vinto la prima Giostra da rettore a Porta del Foro nel 1933, Francesco Sebastiano è stato valletto della rappresentanza comunale (insieme all’attuale primo magistrato Dioni) e anche armigero giallocremisi e il piccolo Alessandro, figlio del nuovo araldo, è stato il paggetto di Porta del Foro all’estrazione delle carriere di giugno.  «C’È GRANDE emozione e un pizzico di amarezza perché questa grande occasione per me arriva per i problemi di salute di mio padre — sospira Francesco Sebastiano Chiericoni — nonostante i tempi siano strettissimi sono abbastanza tranquillo perché questi quindici anni di gavetta con gli insegnamenti che ho ricevuto mi aiuteranno a superare l’emozione della piazza. Mi auguro di accontentare il pubblico nel segno della continuità e di non far sentire troppo la mancanza di mio padre». Gianfrancesco «The Voice» per una volta non sarà sul suo piccolo trono accanto alla Colonna Infame. Capita: l’appuntamento è per la notturna di sabato 20 giugno 2015. Senza se e senza ma. Anzi, con qualche «ma» dei suoi.