"Graziano fuori dal carcere": giovedì l'avvocato chiederà i domiciliari per il frate. Ma il processo è a un passo

Il Pm chiederà il rito immediato. Ultima verifica su un numero di telefono: "Me lo ha lasciato Guerrina perché lo usassi in caso di sua scomparsa" VIDEO: FUORI DAL CARCERE L'AVVOCATO RACCONTA / LE FOTO: IL FILM DELLA GIORNATA

L'avvocato Zacheo all'uscita dal carcere

L'avvocato Zacheo all'uscita dal carcere

Arezzo, 28 agosto 2015 - Giovedì chiederà gli arresti domiciliari per padre Graziano. «Il pericolo di inquinamento delle prove non lo vedo, la reiterazione del reato è esclusa, la buona condotta mi pare indubitabile». L’avvocato Francesco Zacheo, il legale tornato a Lecce dopo l’interrogatorio fiume di mercoledì scorso, sta lavorando alla richiesta che forse era alla base della decisione del religioso di tornare a parlare.

L’avvocato presenterà pure domanda perché venga effettuata una perizia medica in carcere su Graziano Alabi, tendente a verificare un’eventuale situazione di impotenza. «Me lo ha chiesto direttamente il frate - specifica Zacheo - e non ho avuto alcuna difficoltà a esaudire questa sua aspettativa». Non è scontata la concessione degli arresti domiciliari, anche alla luce di un interrogatorio nel quale sostanzialmente - questo filtra da ambiente vicini alla procura - non sarebbero emersi elementi nuovi rispetto a quelli già in possesso del magistrato inquirente.

Domiciliari o no però padre Graziano vola verso il processo con rito immediato. Le sette ore di interrogatorio non gli basteranno ad evitare la "sbarra" e in tempi decisamente brevi. 

Col rito più stringente di tutti, quello immediato che il codice prevede per i casi in cui secondo i Pm la colpevolezza è già evidente. Non solo i dinieghi del sacerdote congolese (non ho ucciso Guerrina, non ho mai avuto per le mani il suo telefonino, non ho mai avuto una relazione con lei, non l’ho neanche vista quel primo maggio, non ho mai frequentato prostitute) non hanno affatto smosso il Pm Marco Dioni dalla sua linea colpevolista, ma c’è pure la palese sensazione che il frate abbia portato più elementi al mulino dell’accusa di quanti non ne abbia prodotti a suo discarico.

Ecco perchè lo stesso Dioni e il procuratore capo Roberto Rossi, che con lui è contitolare delle indagini , aspetteranno un paio di settimane, forse un mese, per le ultime verifiche, e poi chiuderanno l’inchiesta, passando le carte al Gip. Cui si chiederà appunto di disporre il rito immediato, cioè di mandare Padre Graziano in corte d’assise senza neppure passare per l’udienza preliminare. 

Ci sarà solo un'ultima verifica. Padre Graziano mercoledì ha spiegato che Guerrina gli aveva dato un numero di telefono. "Mi disse che avrei potuto cercarla lì se fosse sparita". Il guaio, dice, è che si ricorda soltanto gli ultimi due numeri, un 6 e uno 0. Un'altra di quelle storielle di cui, secondo la procura, è infarcito il suo racconto? Dioni ha dato mandato ai carabinieri perchè procedano a una verifica, nei limiti del possibile. 

Il resto sono i particolari emersi anche in prima battuta. "Zio Francesco? Un nordafricano con accento francese di circa 50 anni". E' una delle rivelazioni fatte da padre Graziano nel corso del suo interrogatorio fiume di sette ore nel carcere di Arezzo. Una ricostruzione che ha fatalmente lasciato interdetta la Procura, impegnata in questa sorta di confronto-maratona con l'imputato.

L'interrogatorio si è concluso poco dopo le 17: e dopo sette ore filate di faccia a faccia, iniziato in mattinata intorno alle 10, nel carcere di Arezzo. Tra i punti sui quali Graziano ha risposto c'è anche il famoso sms mandato con il cellulare di Guerrina. "Quel cellulare non è mai stato in mio possesso" ha detto al magistrato.

Il 1° maggio assicura di non aver neanche visto Guerrina, al di là dei reati dei quali è accusato. "Con la sua famiglia avevo un rapporto solo da parroco con dei parrocchiani e di amicizia". Ma Graziano va anche oltre: ammette che Guerrina lo chiamava per dirgli di essere incinta. "Ma non era vero".

E' lo snodo estivo di questa inchiesta che ormai tiene banco da oltre un anno e che ruota intorno alla scomparsa da casa di Guerrina Piscaglia, una casalinga di Ca' Raffaello, sposata con Mirko Alessandrini e con un figlio, Lorenzo.

Padre Graziano rinuncia alla facoltà di non rispondere. E’ stato Francesco Zacheo, il suo nuovo avvocato, a rovesciare la strategia difensiva inizialmente impostata da Luca Fanfani, in carcere dal 23 aprile per omicidio volontario e distruzione di cadavere.