Giallo di Guerrina, sempre più in bilico la posizione del marito nelle indagini. I dubbi su certe sue ricostruzioni

Intanto proseguono le analisi sulla macchia sospetta nella Ford: è sangue? E nel caso di chi? Padre Gratioen aspetta la risposta del riesame sul ricorso SU LA NAZIONE DI OGGI

Il marito di Guerrrina (a sinistra) in televisione

Il marito di Guerrrina (a sinistra) in televisione

Arezzo, 5 novembre 2014 -  Non c'è solo padre Graziano nel giallo intorno a Guerrina. La sorte dell’ex viceparroco di Cà Raffaello è in qualche modo legata a doppio filo con quella del marito, Mirko Alessandrini, la cui posizione giudiziaria di testimone (persona informata sui fatti, come si dice tecnicamente) è sempre più in bilico. Mirko era, insieme alla moglie, nel cerchio degli intimi del frate congolese e i due si sono ritrovati insieme in uno dei passaggi decisivi: il funerale a Presciano di Sestino del pomeriggio del primo maggio, quello in cui Padre Graziano potrebbe aver commesso due errori decisivi: il sms destinato alla maestra di catechismo ma in realtà spedito a un prete nigeriano («Dite a mio marito che sono scappata con il mio amoroso marocchino») e il fantomatico colloquio con «zio Francesco», l’uomo che avrebbe detto (lo riferisce Padre Faustin, dopo aver ricevuto le confidenze del confratello) di aver in auto Guerrina, personaggio che secondo i Pm e il Gip Piergiorgio Ponticelli non è mai esistito. Proprio per questo il sacerdote è apertamente accusato di aver depistato le indagini. Ma se depistaggio quello del frate, come inquadrare il racconto che fin dalla denuncia di scomparsa dei primi di maggio fa il marito? Che Guerrina potrebbe essere scappata con il venditore marocchino, ospite per una birra nel pomeriggio del 30 aprile, il giorno prima della sparizione. Bene, ora la convinzione della procura, e anche del Gip, è che il marocchino sia un altro personaggio di fantasia. Se le cose stanno così e se il frate è indagato per le sue reticenze o presunte bugie su sms e contatti telefonici, quanto è diverso dare corpo a un marocchino che per chi indaga è un fantasma? Il passo in più, quello che porterebbe la procura ad assimilare le due posizioni, i Pm non lo hanno ancora fatto, ma l’impressione è che non lo escludano più per il futuro.  Finora più che a un marito depistatore volontario, si è pensato a un uomo confuso, dentro una storia troppo più grande di lui. E tuttavia il Gip Ponticelli scrive nell’ordinanza che anche lui potrebbe aver avuto un movente per non avere più Guerrina dentro casa: la relazione che aveva intessuto con una rumena, da Mirko stesso ammessa in Tv.  

Padre Graziano va al tribunale del Riesame. E' l'ultima mossa nel giallo intorno alla scomparsa di Guerrina. Ieri, con il ricorso preparato dal suo avvocato Luca Fanfani. Ma è anche la settimana dei Ris, dai cui laboratori si attende il verdetto sulla macchia sospetta ritrovata dentro l’auto del sacerdote, la famosa Ford bianca. Che sia sangue pare certo. Ma è un sangue che può aiutare in qualche modo a risolvere il giallo oppure è un falso allarme? Il frate, intanto, contrattacca. Fanfani jr. nel ricorso adopera soprattutto questioni di diritto. Luca Fanfani spiega che contro il suo cliente sono state adoperate più prove logiche che non indizi concreti. E se non c’è certezza sul destino della casalinga, argomenta Fanfani, vengono meno anche gli scenari ipotizzati dalla procura, ovvero il sequestro di persona o addirittura l’omicidio. 

Al sacerdote è stato proibito l’espatrio e come ulteriore misura di cautela gli è stato sequestrato il passaporto. C’è poi la sostanziale convinzione degli inquirenti che le figure evocate nel corso delle ultime settimane, vedi il venditore ambulante e in ultimo il misterioso zio Francesco, siano personaggi di fantasia.

Emergono intanto alcuni particolari dell'ordinanza firmata dal giudice Ponticelli. In particolare ci sono alcune telefonate ed sms che fanno pensare al fatto che il frate congolese possa aver usato il telefonino di Guerrina dopo che lei era scomparsa. In particolare il sms inviato (per errore secondo i Pm) a un sacerdote nigeriano di cui solo Padre Graziano aveva il numero, nel pomeriggio del primo maggio in cui la casalinga di Ca' Raffaello è sparita

IDi sicuro, ipotizza la procura, il primo sms che parte dal cellulare dopo la sparizione di Guerrina, alle 17,20 di quel giorno, agganciato dalla cella di Sestino in cui si trovava il frate per un funerale, lo ha inviato proprio il sacerdote. Da cosa i Pm traggono questo scenario? A ricevere il messaggio è un prete nigeriano che vive a Roma, ma probabilmente non era il destinatario. Questo religioso era amico del frate ma Guerrina non lo conosceva neppure e lo ammette lo stesso Padre Graziano nel primo interrogatorio.  Nella rubrica del cellulare di Padre Graziano stanno a fianco, alla lettera M, il nome del prete nigeriano e quello della catechista di Ca’ Raffaello che per prima denunciò alla curia l’eccessiva intimità fra il frate e Guerrina. Il frate, dunque, alle 17,20 avrebbe sbagliato a leggere un rigo, componendo un numero per un altro: voleva spedire il messaggio alla catechista, lo diresse al confratello africano. E’ questo l’errore che lo incastra, secondo gli inquirenti. Perchè se Guerrina non conosceva il nigeriano che era invece fra le sue conoscenze, solo lui può aver digitato quel numero. Cosa dice il testo del sms?  «Dite a mio marito che sono scappata con il mio amoroso marocchino. Sono stanca di lui, tornerò a prendere Lorenzo (il figlio Ndr)» .  Lo scenario dei Pm è che ci sia di mezzo Padre Graziano, il quale avrebbe in tal modo depistato le indagini, indirizzandole verso la pista dell’allontanamento volontario e non verso cupe ipotesi.