"Gelli era un massone ma anche un uomo di fede": padre Serrotti in camera ardente

L'ex parroco di San Domenico tra i pochi entrati nella cappella. "Credo fosse sinceramente interessato a costruire una società più giusta e più corretta: se lo avrei confessato? Se uno si pente dei suoi peccati io lo assolvo sempre"

Padre Giovanni Serrotti

Padre Giovanni Serrotti

Arezzo, 16 dicembre 2015 - E' stato tra i pochi a rendergli omaggio. Padre Giovanni Serrotti, ex parroco di San Domenico e oggi nel monatsero di Santa Maria del Sasso a Bibbiena, è andato nella camera ardente: e all'uscita si è intrattenutom con i giornalisti.

"Ci vedevamo ogni tanto, anche se da un anno la sua malattia lo aveva impedito. Diceva di essere un massone diverso, si sentiva anche credente e uomo di fede. E non ho mai avuto motivo di non credergli".

Serrotti nega si tratti di un paradosso rispetto alla religione. "Si confessava regolarmente, e aveva frequentazioni con tanti uomini di chiesa a cominciare dal cardinal Ottaviani. Se io lo avrei assolto? Non entro nelle vicende giudiziarie: se un credente viene e si dice pentito di quanto ha fatto è chiaro che gli riconosco l'assoluzione". 

Ma insomma che idea si era fatta di Gelli? "Mi pareva sinceramente interessato a costruire una società più ordinata, più giusta, più corretta: basta leggere il suo libro La mia verità. Poi le cadute e il peccato sono un'altra cosa". .