Venerdì 19 Aprile 2024

Forestale scova una discarica abusiva sotto terra, in area metà privata e metà pubblica: denunciati imprenditore e sindaco

I rilievi anomali scoperti a Subbiano con la sovrapposizione cartografica. Sepoltio anche resti dei lavori per il rifacimento della 71. Area utilizzata da cinque anni

L'area interessata dalla discarica abusiva

L'area interessata dalla discarica abusiva

Arezzo, 25 gennaio 2015 - A Castelnuovo di Subbiano quelli che apparentemente sembravano essere semplici campi incolti dove i segni del tempo avevano ormai ridisegnato l’area mimetizzandola e sottraendola anche all’occhio più esperto, nascondevano invece una discarica abusiva che andava avanti da oltre 5 anni. Si sono rese necessarie le tecniche della sovrapposizione cartografica utilizzate in Campania per la terra dei fuochi per scoprire cosa celassero due interi ettari di suolo nel bel mezzo di una delle zone industriali più attive della Provincia. Li in prossimità di uno degli impianti industriali più importanti qualcosa è accaduto. Nessuno però ha visto o sentito nulla fino a quando indagini aree del Corpo Forestale dello Stato hanno notato che forse qualcosa di anomalo c’era. Importanti terreni che negli anni si presentavano sempre pianeggianti e in perfetta forma, all’improvviso eccoli diventare sinuosi, irregolari come se il sottosuolo fosse andato in ebollizione o avesse avuto una reazione allergica nonostante non vi fosse alcuna attività agricola. Dal nulla sono spuntate colline e collinette apparentemente naturali, ricoperte da vegetazione e sterpaglie e tanto da non riuscire nemmeno a distinguere il suolo. Terreni comunicanti che risultavano essere di proprietà sia privata che pubblica. Immediato un primo sopralluogo che ha confermato le anomalie riscontrate tanto da indurre il Nos di Arezzo a chiedere immediatamente alla Procura un decreto di ispezione dei luoghi. Pochi giorni e personale del Nipaf e del Pool Ambiente dopo aver notificato il provvedimento al sindaco e al legale rappresentate dell’Impresa in qualità proprietari dei suoli, sono entrati alla loro presenza nell’area con degli escavatori insieme all’Arpat Toscana al fine di verificare cosa effettivamente celassero quelle particelle. Sono bastate poche trincee di ispezione per accertare che l’intera area, sia la parte privata che pubblica, fosse di fatto una vera e propria discarica abusiva di rifiuti speciali costituiti da: terre e rocce da scavo di varia provenienza, materiale eterogeneo, misto cava, inerti da demolizione, residui vegetali, scarichi occasionali, materiale cementoso, plastica, ferro, laterizi etc… Immediati e contestuali gli accertamenti per attribuire la paternità di quel materiale a seguito dei quali emergeva che nella parte privata erano finiti e occultati gran parte dei rifiuti speciali provenienti dalla costruzione e manutenzione negli anni dell’adiacente stabilimento mentre nella parte pubblica i rifiuti speciali derivanti da uno dei cantieri stradali della SR 71 e altro materiale di varia provenienza. Accertato inoltre che la componente terre e rocce da scavo che si trovavano nel terreno comunale non fosse sottoprodotto per mancanza dei requisiti bensì anche questo rifiuto, veniva accertato a carico del legale rappresentante dell’impresa e del Sindaco il reato di gestione illecita e abbandono di rifiuti speciali e poiché l’area era interessata da recenti attività di movimento terra e traslazione di materiale veniva operato il sequestro preventivo per interrompere il reato tutt’ora in corso e impedire che fosse portato a ulteriori conseguenze. ​Il Giudice per le indagini preliminari successivamente, valutata l’esistenza del fumus del reato rubricato, la necessità del sequestro, la sottrazione dei suoli dalla disponibilità dei proprietari nonché l’allarme sociale e la necessità di interrompere le condotte criminose, convalidava il sequestro. L’area dovrà adesso essere analizzata, caratterizzata e avviato un percorso di bonifica e ripristino dello stato dei luoghi a tutela dell’ambiente.