Ruba in cassaforte, agente scoperto

Rappresentante di una ditta alimentare faceva la cresta sulle fatture

INVESTIGATORI Lo hanno smascherato con l’utilizzo di microcamere piazzate nell’auto aziendale

INVESTIGATORI Lo hanno smascherato con l’utilizzo di microcamere piazzate nell’auto aziendale

Arezzo, 26 maggio 2015 - Erano circa un  paio di mesi che i conti non tornavano. E' così che i titolari di un'azienda di distribuzione alimentare umbra si sono rivolti agli investigatori privati. Obiettivo stanare la talpa all'interno della ditta. Ormai infatti era diventato chiaro che qualcuno stava rubando all'interno della sociatà. I sospetti erano ricaduti su uno dei rappresentanti. Un 50enne aretino che quel lavoro lo faceva ormai da 20 anni. Uno degli uomini di fiducia dell'azienda. Tanto che proprio al venditore veniva dato incarico di riscuotere alcune fatture in contanti direttamente dai clienti che l'uomo visitava regolarmente. Si trattava di fatture di piccoli importi pagabili senza assegni o bonifici. Tutto denaro che passava per le mani del rappresentante prima di essere consegnato in ditta o infilato direttamente nella cassaforte aziendale insieme alle fatture di riscossione.  Peccato che i titolarti dell'azienda si erano accorti da circa 2 mesi che non tornavano i conti. Non avevano contattato la clientela  e i negozi che rifornivano per non creare problemi, ma per vederci chiaro si sono rivolti alla Falco investigazioni di Arezzo. I datori di lavoro infatti volevano verificare e controllare che il rappresentare non facesse  il furbo e non tenesse i soldi per sé. "Quando la sera rientrava in ufficio dopo aver fatto visita ai clienti e redatto gli ordini con la merce che poi sarebbe stata consegnata, il rappresentante faceva i conti e li appuntava insieme agli incassi - spiega Carlo Nencioli di falco Investigazioni - era lui che riscuoteva direttamente le piccole fatture e poi metteva i soldi in cassaforte, ma da qui puntualmente sparivano". Di qui i sospetti dei titolari. "Siamo stati assoldati per seguire il rappresentante aretino - continua Nencioli - o qualcuno rubava dalla cassaforte o i soldi non ci arrivavano prima e qualcuno faceva la cresta sugli incassi. Così abbiamo messo una telecamera davanti alla cassaforte e abbiamo visto che puntualmente il rappresentante contava i soldi, anche centinaia di euro, e se erano 800 quelli inseriti in cassaforte, lui sulla fascia che li teneva insieme aveva scritto mille. In poche parole faceva puntualmente la cresta su quelli che i clienti dovevano alla ditta, e lo faceva o quando usciva dai negozi o prima di  entrare in azienda. Quindi in accordo con un loro storico cliente trentennale con cui i titolari avevano confidenza e a cui hanno spiegato la situazione, abbiamo osservato l'operato del rappresentante.

Doveva passare infatti a prendere l'incasso di una fattura ma il cliente complioe aveva preparato i soldi che noi avevamo fotocopiato prima di essere consegnanti nella mani del rappresentante  e messo una telecamerina nella macchina aziendale. Si tratta du una microcamera in fibra ottica di ultima generazione con un trasmettitore umts da controllare a distanza, ci ha permesso di scoprire che il dipendente della ditta di distribuzione alimentare circa 1 km prima dell'arrivo in azienda si fermava, contava i soldi e da li faceva la cresta sempre sulle piccole cifre in contanti che venivano pagate direttamente dalla cassa. Nel tempo, circa un anno, aveva sgraffignato oltre 4mila euro, ma avrebbe continuato se non lo avessimo fermato. Quando lo abbiamo messo alle strette ha confessato tutto. Abbiamo avvertito il titolare e messo davanti all'evidenza il rappresentante ha confessato, non solo. Quando ha tirato fuori i soldi che aveva in tasca gli abbiamo fatto notare che erano fotocopiati,  e quindi che erano proprio quelli del cliente. Si è giustificato dicendo che è un momento di crisi e che non arrivava in fondo al mese per questo si era messo a rubare. Si è dimesso e ha restituito tutti i soldi rubati per questo i titolari non lo hanno denunciato".