Ex Bpel, dai Pm anche Nataloni: 29 milioni persi? "Nessun conflito di interessi"

Interrogato nel filone che dovrebbe essere vicino all'avviso di chiusura indagini. "Le mie erano solo consulenze". Il caso Città Sant'Angelo

Luciano Nataloni

Luciano Nataloni

Arezzo, 18 luglio 2016 - Secondo la relazione Santoni le società di cui lui era consulente hanno provocato a Banca Etruria perdite per 29 milioni di euro. Ma Luciano Nataloni, affermato commercialista fiorentino, consigliere d’amministrazione con Fornasari e Rosi, presidente del comitato rischi dell’ultimo scorcio di Bpel, coi Pm assicura: mai avuti conflitti di interesse.

Nataloni, indagato da dicembre insieme all’ultimo presidente Rosi e oggetto della perquisizione presso terzi svoltasi a gennaio, si è presentato in procura venerdì con il suo avvocato Gaetano Viciconti. Convocato dai Pm del pool. Di mezzo un filone per il quale potrebbe essere vicino l’avviso di chiusura indagini, preludio della richiesta di rinvio a giudizio. A meno che Nataloni non sia riuscito venerdì a convincere i Pm della bontà della sua ragione.

Ragione nota: non ho mai avuto incarichi di amministratore, solo di consulenza. E le pratiche di credito su queste aziende non sono mai arrivate al Cda di cui facevo parte nè al comitato rischi che guidavo. Mai nessun voto. In un solo caso, Città Sant’Angelo che stava costruendo l’outlet di Pescara, il finanziamento, approdò al Cda ma Nataloni si astenne da discussione e al voto.

Quindi? Secondo il protagonista si ha conflitto di interesse solo quando la pratica arriva in Cda e il protagonista non si autodenuncia. Secondo Banca d’Italia e procura basta il rapporto professionale a innescare il conflitto di interesse se l’azienda chiede un finanziamento.