Bpel, è ancora stallo con Ubi. Bankitalia: "Soluzioni possibili per la vendita"

Il vertice al ministero si chiude con una fumata nera in tarda serata. "Una riunione come tante altre" commenta Padoan. Potrebbero tornare a galla i fondi americani. Proroga: termini incerti

Visco e Padoan (Ansa)

Visco e Padoan (Ansa)

Arezzo, 4 ottobre 2016 - "Ci sono strumenti e ipotesi alternative per trovare una soluzione positiva diversa dalla liquidazione". Lo ha detto il direttore generale di Bankitalia e presidente dell'Ivass, Salvatore Rossi, a margine della Giornata del credito, rispondendo a una domanda sullo stato dell'arte della trattativa per la vendita delle quattro good bank (Banca Marche, Carichieti, Carife, Banca Etruria).

Rossi ha ricordato che sulla questione ci sono molti attori intorno al tavolo: dai supervisori nazionali e sovranazionali, all'ad delle quattro banche che conduce in prima fila le trattative, dalla Commissione europea che interloquisce con il governo italiano. Il dg di Bankitalia ha ricordato inoltre che i supervisori sono ovviamente attenti al fatto che il potenziale o i potenziali acquirenti delle quattro banche mantengano un profilo di solidità.

Intanto dalla commissione europea arriva la conferma che esistono le condizioni per la proroga anche se non c'è ancora nè un atto ufficiale nè una qualche indicazioni dei tempi.

La partita sulla vendita delle quattro good bank è ai tempi supplementari, ma la trattativa fra Ubi Banca e Bce appare in stallo. Eppure, un'evoluzione è attesa a giorni, positiva o negativa che sia: dopo il rinvio concesso dalla Commissione europea ad aprile, la nuova proroga scattata il 30 settembre non potrà essere tirata troppo per le lunghe.

Da parte di Ubi, l'analisi della situazione continua serrata. Domani si riunirà il consiglio di gestione della banca, che difficilmente potrà non affrontare il tema, specie dopo il vertice che si è tenuto a Roma e a cui hanno partecipato anche molti protagonisti della vicenda: Mef, Bankitalia, istituti di credito e fondo Atlante.

Ubi Banca si è mostrata interessata a tre delle quattro good bank: Banca Etruria, Cassa Marche e Cassa di Chieti. Resta fuori CariFerrara. Ma fra la proposta dell'istituto guidato da Victor Massiah e le richieste della Banca centrale europea c'è ancora una considerevole distanza. Le questioni sul tavolo sono anche tecniche, come la valutazione dei badwill, l'applicazione alle good bank del modello avanzato di valutazione dei portafogli di crediti che adotta Ubi o il problema del recupero crediti. Ma si continua a parlare con insistenza anche di una richiesta di aumento di capitale avanzata dalla Bce - 600 milioni, secondo i rumors - che Ubi mal digerirebbe, se non bilanciandola con risparmi fiscali concessi dal Governo.

E poi c'è il nodo dei crediti deteriorati delle good bank: tutte e quattro ne avrebbero in pancia circa 3,4 miliardi. D'altronde, il punto di vista di Ubi Banca lo ha ribadito il presidente del suo Cds, Andrea Moltrasio: «Porto in consiglio di sorveglianza la questione delle banche solo quando sono in grado di creare valore per la nostra base di azionisti. Purtroppo nella nostra mission non abbiamo il salvataggio, che quindi deve essere fatto in altro modo. Su questo siamo estremamente rigorosi. Nel senso che, se possiamo dare una mano al sistema dal punto di vista organizzativo e industriale nell'interesse dei nostri azionisti, lo facciamo» ma «non siamo nelle condizioni di fare salvataggi». Intanto, il mercato sembra osservare dalla finestra. In Piazza Affari, con il Ftse Mib in calo dello 0,77%, il titolo Ubi ha perso dell'1,27%, in una seduta in cui il comparto bancario ha lasciato sul terreno l'1,6%.

E una fumata nera è arrivata anche dal supervertice tenutosi al ministero sul sistema bancario e sulla vendita delle 4 good bank (Banca Marche, Banca Etruria, Cari Chieti e Cari Ferrara). L'incontro a cui hanno partecipato il ministro dell'economia Pier Carlo Padon, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco e diversi banchieri è durato più di due ore. Hanno lasciato via XX settembre, il presidente di Cpd Carlo Costamagna, il consigliere delegato di Ubi Victor Massiah e il governatore Visco.

Un summit, durato quasi tre ore, tra il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, i vertici di Abi, Acri, Atlante e delle grandi banche, quali Intesa Sanpaolo, Unicredit e Ubi è servito questo pomeriggio per fare il punto su un settore che ormai da mesi mostra segnali di tensione. «È una riunione come tante, non c'è nessuna urgenza, è una riunione per fare il punto» ha assicurato il ministro. È stata l'occasione per un ampio giro d'orizzonte sul quadro nazionale e internazionale, hanno sottolineato fonti del Tesoro, anche alla luce di possibili eventuali rischi collegati a istituzioni non italiane se la situazione dovesse aggravarsi. Ma - dicono le stesse fonti - non ci sarebbe stato nessun riferimento a casi specifici a singoli casi. Il summit ha dato sicuramente lo spunto ai partecipanti per fare un giro di tavolo sulle prossime mosse che preluderanno alla cessione delle banche sorte dalle ceneri di Banca Etruria, Marche, Carichieti e Cariferrara, anche alla luce dei paletti posti dalla Bce a Ubi, indicata come la potenziale acquirente di tre dei quattro istituti.