Vecchio Cda Bpel: incontro con Unicredit? Organizzato da Mediobanca, non dalla Boschi

Il faccia a faccia avvenne qualche mese prima: non risulta un ruolo nella vicenda dell'ex ministro ma la bufera intorno a lei non si placa

Berni, Rosi e Boschi

Berni, Rosi e Boschi

Arezzo, 11 maggio 2017 - «Mai sono stati cercati canali governativi per contatti ad alto livello con i vertici delle più importanti banche italiane»: la dichiarazione arriva da ambienti vicini all’ultimo consiglio di amministrazione di Banca Etruria, quello guidato da Lorenzo Rosi e che vedeva alla vicepresidenza Pierluigi Boschi. E mentre il mondo politico è in fibrillazione alla luce delle rivelazioni contenute nell’ultimo libro di Ferruccio De Bortoli, ecco che da fonti prossime all’ex cda arriva una ricostruzione dei contatti che ci sono stati fra la fine del 2014 e l’inizio del 2015.

E’ il periodo in cui l’allora presidente Rosi cerca di vendere via Calamandrei, così come era stato richiesto da Bankitalia. Un processo non facile e per certi versi estenuante, data la gravità della situazione di Etruria e le difficoltà del sistema bancario, all’epoca alle prese con la famosa questione del risiko. «La vicenda Banca Etruria - ricorda la stessa fonte - era seguita da Mediobanca, advisor che aveva preso contatti con tutti i principali istituti italiani, compresa ovviamente Unicredit».

Confermato in pieno, peraltro, l’abboccamento tra Lorenzo Rosi e l’allora amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni, anche se l’incontro si sarebbe svolto in un periodo antecedente a quello che i media hanno riportato. «Il presidente Rosi - ricostruiscono gli ambienti vicini al cda - ha avuto un incontro con Ghizzoni all’inizio di novembre del 2014, ebbe luogo nella sede milanese di Unicredit e non al Forex. Fu organizzato da Mediobanca, come gli altri che lo stesso Rosi ebbe, nel corso di quei mesi, con i vertici di altre importanti banche, tra cui la Popolare dell’Emilia Romagna, in quest’ultimo caso con incontri con Ettore Caselli, allora presidente, e l’amministratore delegato Alessandro Vandelli».

In esso si sarebbe parlato della situazione della banca, delle sofferenze in pancia e anche della possibilità che una società collegata a Unicredit potesse acquisire parte dei deteriorati. Insomma, secondo la fonte vicina a Rosi, non ci sarebbe mai stato un intervento diretto da parte di Maria Elena Boschi per favorire l’appuntamento con Ghizzoni, né con altri esponenti di punta del mondo bancario italiano. E si cita anche una riunione con la Popolare di Milano, sempre allo scopo di sondare il terreno in vista di un interessamento di potenziali acquirenti. Ogni passo, cita la stessa fonte, «è stato compiuto sotto l’egida di Mediobanca che curava l’organizzazione degli incontri anche attraverso contatti con lo staff legale».

La ricostruzione, naturalmente di parte, non contribuirà di certo a smorzare l’infiammata polemica politica, vissuta ieri atttraverso una lunga serie di dichiarazioni (attacchi delle opposizioni, difesa strenua della Boschi da parte del pd) culminata nella richiesta di un’audizione parlamentare per Federico Ghizzoni, in modo da chiarire come si siamo svolti effettivamente i fatti. La questione Banca Etruria continua dunque a rivelarsi dunque per l’esponente politica di Laterina, oggi sottosegretario alla presidenza del consiglio, come una strada accidentata, costellata di buche e di trappole. Una vicenda che chissà quando mai vedrà scritta la parola fine.