Ubi, salta l'acquisizione della Banca Popolare: si allarga la strada verso Etruria?

L'istituto ha votato sì alla fusione con il Banco Popolare. Ora i progertti di ampliamento dell'istituto di Bergamo potrebbero passare dalle good bank ma restano i soliti ostacoli

Viktor Massiah

Viktor Massiah

Arezzo, 16 ottobre 2016 - Un ostacolo in meno nell’eventuale acquisizione di Etruria da parte di Ubi. L’assemblea dei soci della Banca Popolare di Milano ha dato il via libera alla fusione con il Banco Popolare. E’ noto che alla Popolare milanese guardasse con estremo interesse Ubi che aveva cercato in ogni modo di arrivare allo sposalizio.

Ma sotto la cenere covava una piccola speranza. Ancora ieri Victor Massiah, l’amministratore delegato, aveva dichiarato che qualora l’assemblea dei soci di Bpm avesse votato No alla fusione, allora il suo istituto sarebbe tornato alla carica con decisione. E Ubi avrebbe abbandonato le trattative per l’acquisto di Etruria, Marche e Carichieti. Così non è andata.

La fusione è passata con oltre il 70% dei voti e le nozze Bpm-Banco Popolare sono fatte. Quindi Ubi acquisterà Etruria? No, l'affare è tutt’altro che sicuro e lo stesso Massiah ha ribadito che le good bank interessano solo nel caso in cui producessero valore per l’istituto di Bergamo. E dunque restano tutte in piedi le condizioni poste, da un aumento di capitale non superiore ai trecento-quattrocento milioni di euro, contro i seicento milioni che sarebbero la cifra indicata dalla commissione europea. Di pari passo potrebbe procedere anche il binario su cui corre Barents Re, il gruppo panamense di riassicurazioni che punterebbe all’acquisto della «Federico del Vecchio» e di Bap, la compagnia assicurativa del gruppo Etruria.