Ubi, pace fatta sul personale: solo 79 esuberi, tutti volontari

Salvo il grosso dei dipendenti, a cominciare dai 300 del centro direzionale. Tra i termini dell'accordo una solidarietà sui generis

Viktor Massiah

Viktor Massiah

Arezzo, 27 ottobre 2017 - Esuberi sui dipendenti di ex Banca Etruria, l'accordo è fatto, firmato ieri a Milano. Gli effetti sono minimi, rispetto al timore di 1300 dipendenti a rischio di uscita dal gruppo bancario Ubi, che ha assorbito Etruria e le altre Good Bank. Stando ai conti dei sindacati, gli addii in qualche modo collegati all’ex Bpel sono non più di 79 su 398 totali, tutti volontari, tutti prepensionamenti di gente che ha maturato i requisiti.

In 74 usciranno da Ubi perchè lo avevano già chiesto in precedenza: 14 provengono dalla vecchia Etruria. Dipendenti che non erano rientrati nel precedente piano di prepensionamento e che ci riescono adesso. In più vengono avviate le procedure per l’esodo di altre 324 persone in tutto il gruppo. Nella zona Toscana-Umbria-Lazio, quella che riguarda più da vicino l’ex Bpel, gli esuberi saranno 65.

Le conseguenze sui posti di lavoro dell’incorporazione (per l’ex Bpel ora Tirrenica avverrà entro la fine di novembre) sono per adesso assai ridotte. Con soddisfazione dei sindacati e dei vertici di Ubi, che chiudono la vertenza salvaguardando la pax sociale.  

L’accordo introduce anche nelle ex Good Bank un sistema già in vigore nella vecchia Ubi, quello dei social day, giornate nelle quali i dipendenti restano a casa volontariamente con una retribuzione ridotta al 40%. Una solidarietà sui generis, che dovrebbe arrivare fino a 160 mila giornate totali. Alla fine i 1500 dipendenti dell’ex Etruria si salveranno quasi tutti. Si salveranno in particolare i 300 che lavorano al centro direzionale di via Calamandrei. Un centinaio confluiranno in Ubis, il centro sistemi e servizi per l’Italia centrale. Per gli altri ci sarà la direzione territoriale.