Oro Arezzo, gran finale: oltre 20mila presenze, affari in aumento. Ampliamento padiglioni?

La conta è in corso, la stima è di un +10%: e nel 2016 gli organizzatori avevano parlato di 20 mila visitatori. Boldi: "Questione spazi priorità da affrontare"

L'ingresso di Oro Arezzo

AREZZO FIERA ORO

Arezzo, 10 maggio 2017 - E' calato il sipario sulla mostra dei record. «Un balzo in avanti». E’ la sintesi sulla quale si trovano d’accordo tutti i protagonisti: dal presidente di Ieg Lorenzo Cagnoni a quello di Arezzo Fiere Andrea Boldi. Ma che coincide con la lettura di molti operatori. «Affari veri, io non mi nascondo mai» ci assicura Laura Berneschi. «Prudenza sugli ordinativi ma meglio di un anno fa» rilancia Luca Parrini.

La Ieg, il gigante al suo debutto aretino, parla di un aumento del 10% di presenze, in particolare dall’estero. Numeri assoluti? In serata è ancora in corso il conteggio. Ma la stima è presto fatta: era stata proprio Arezzo Fiere un anno fa a darci la conferma della quota ventimila. L’aumento del 10% ci porta oltre quella soglia.

Intanto si registrano i segnali di una crescita palpabile. E a fronte della quale subisce un’accelerazione perfino l’annosa questione degli spazi disponibili nel centro affari. «Credo – spiega lo stesso Boldi – che a questo punto l'ampliamento sia una delle priorità da mettere nel piatto per i prossimi mesi. Ci sono settori che già in questa occasione hanno sofferto per carenza di spazio».

450 buyer internazionali provenienti da 60 paesi. L’incrocio con i 650 brand, uno specchio quasi completo della produzione italiana, essendo una vetrina al 94% tricolore. E le tendenze: il ritorno di un gusto di qualche anno fa da una parte, il fronte dei gioielli a a 9 e 14 carati dall’altra, l’abbinamento decisivo con la moda nell’ultimo petalo. «C’è stato il sold out degli spazi espositivi» ratifica la stessa Ieg. Mentre tra le maglie dei mille incontri a fini di affari, filtrano alcuni mercati in ulteriore crescita. C’è l’est europeo, dalla Polonia alla stessa Russia. Ci sono gli States che per ora non subiscono per nulla l’effetto Trump. Ci sono realtà in sorprendente escalation come la Corea, ovviamente del sud, e il Kuwait.

«Ho avuto informalmente dagli operatori rimbalzi fondamentali – racconta Boldi – sugli ordinativi e sui campionamenti: mi raccontano di un clima nuovo». «Questa manifestazione è uno dei pilastri del sistema fieristico del settore orafo: i numeri positivi confermano la bontà dell’intesa e che la valenza strategica dell’accordo è seguita da risultati concreti». Parola di Lorenzo Cagnoni, presidente di Ieg. E di nuovi scenari parla anche Corrado Facco, direttore generale di Ieg. Una polifonia di consensi ma che ora aspetta di passare sotto le forche caudine della conferma degli ordini. La partita continua.