Visco ci ripensa: per Banca Etruria si potevano evitare gli "azzerati"

"Ma non fu concesso al Governo di salvarla col Fondo Interbancario" dice il governatore di Bankitalia. "Il bail in sarebbe dovuto entrare nel 2018, poi l'anticipo"

Ignazio Visco (LaPresse)

Ignazio Visco (LaPresse)

Arezzo, 5 giugno 2017 - Per il salvataggio delle 4 banche «la nostra percezione era che si sarebbe dovuto usare il fondo interbancario ma la possibilità non fu concessa al governo italiano, forse ci stanno ripensando».

Così il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco al Festival Economia di Trento, ricordando che alle vecchie Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti si è applicato il burden sharing, non il bail in che è «molto più pesante» e che la risoluzione avrebbe avuto effetti molto diversi. Una riflessione che rimette in discussione quelle mosse di fine 2015, aspramente contestate da allora, in particolare dagli obbligazionisti ritrovatisi con i loro risparmi azzerati. Si poteva salvare senza azzerare i risparmi.

Ripercorrendo le tappe fino al bail in Visco ha spiegato che «fino all'ultimo, quindi fino alla sera prima, la data» dell'entrata in vigore delle nuove norme che colpiscono anche i bond subordinati «era il 2018 non 2016» e ha ricordato che la Banca d'Italia aveva inviato alla commissione le sue perplessità chiedendo «gradualità» nell'applicazione delle norme consentendo alle banche «acquisire nelle loro passività strumenti ben identificati allo scopo».

Elementi che poi non si sono verificati «nella fretta della discussione e difficoltà di arrivare a un accordo sulla parte importante dell'unione bancaria».