Etruria a Ubi, le reazioni: "La partita vera inizia ora". Nodi? Occupazione e investimenti

Parole d'ordine: la tutela dei dipendenti, la conferma del ruolo dell'istituto nel territorio, l'affiancamento al settore orafo

Banca Etruria

Banca Etruria

Arezzo, 13 gennaio 2017 - L'avance di Ubi sotto la lente dell'economia e della politica.

Dal Comune il sindaco Ghinelli: «L’accordo chiude oltre un anno di graticola mediatica per effetto del ‘decreto salvabanche’. Se l’ingresso di Etruria nella galassia Banca non comporterà modifiche rispetto agli accordi già raggiunti sui destini del personale dipendente, non ci aspettiamo ripercussioni negative sui livelli occupazionali,che questo territorio non si può permettere».

Il presidente della Camera di Commercio Andrea Sereni: «Credo che Ubi abbia l'interesse a mantenere il legame con il territorio. Bene non ci sia la sovrapposizione di filiali».

Cautamente ottimista Andrea Boldi, presidente di Arezzo Fiere: «Mi auguro che, prima di prendere qualsiasi decisione, i nuovi vertici vogliano conoscere la realtà del territorio. È importante non snaturare il ruolo della banca».

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente di Confindustria Toscana Sud Andrea Fabianelli: «E' una grande realtà bancaria, è bene abbia presente che qui rivestirà un ruolo di primo piano. Vediamo come porteranno avanti il piano per rilanciare l’istituto».

Franco Marinoni direttore di Confcommercio: «Al momento era l’unica soluzione per evitare conseguenze ancora peggiori. La speranza è che ora Ubi voglia investire quio: ha un pacchetto di oltre 280mila clienti e molti altri potenziali. Ma  per Arezzo le ferite restano: per gli obbligazionisti, per la città che perde il centro direzionale, per i dipendenti dal futuro incerto».

Per Confesercenti parla Mario Checcaglini: «Può essere il partner ideale, dobbiamo pretendere che valorizzi la specializzazione orafa di Banca Etruria: ora anche le istituzioni mettano qualche puntino sulle i».

Maria Agueci della Cgil: «Abbiamo bisogno di capire che cosa c’è nel piano industriale, poi ci confronteremo con la nuova proprietà. Il nostro focus sono i dipendenti, la proposta è un primo passo ma non è sufficiente».

Per la Fabi, il segretario Fabio Faltoni: «Finalmente una notizia positiva, ora inizia la fase complicata. Il comunicato non dice nulla sui livelli occupazionali; siamo in tensione e in attesa di capire come impatta questa offerta sull’occupazione». 

Nicola Tosi di Cna: «Ora deve iniziare un serio discorso “politico“: salvaguardare le cose buone fatte da Banca Etruria, continuare a sostenere l’economia e le iniziative economiche».

Tulio Marcelli di Coldiretti: «Ben venga Ubi se esiste un progetto industriale che gli consente di mantenere il legame con li territorio. Fondamentale mantenere i livelli occupazionali».

Per Confartigianato Ferrer Vannetti: «L’ importante ora è garantire un prosieguo all’attività delle banche e Ubi non ha sportelli così diffusi sul territorio. Ciò dovrebbe rendere meno cruento l’assestamento. I contorni di tutta la vicenda restano oscuri, una dispersione enorme di possibilità che non torneranno».